Meloni e scherzo russo: Calenda assolve premier, Conte attacca

(Adnkronos) –
Lo scherzo russo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni accende il dibattito politico. La premier, a settembre, ha ricevuto la telefonata di due comici russi che hanno provato a coglierla in fallo in particolare sul tema della guerra tra Ucraina e Russia. La presidente del Consiglio ha ribadito il sostegno dell’Italia a Kiev, senza ‘abboccare’ al tentativo dell’interlocutore – che si spacciava per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana – di ottenere parole critiche nei confronti del ”nazionalismo” ucraino.  

In Italia, il mondo politico si esprime sulla vicenda anche al di là dei contenuti della telefonata. “Nella vicenda della telefonata con i due comici russi, c’è stato indubbiamente un grave errore dell’ufficio del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, che non ha fatto le opportune verifiche. Non ci pare tuttavia che tale errore si possa addebitare a Giorgia Meloni. Per ciò che concerne il contenuto della telefonata, le conversazioni riservate e le posizioni pubbliche di un capo di governo sono cose da sempre distinte. Siamo convinti che la posizione del Governo Italiano sull’Ucraina rimarrà la stessa. Strumentalizzare a fini di polemica politica quanto avvenuto rappresenta un errore ed è lesivo dell’immagine dell’Italia. Azione si asterrà dal farlo”, dice il segretario di Azione, Carlo Calenda. 

“Ho ascoltato la conversazione telefonica avvenuta tra la nostra Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e due comici russi. In realtà lei pensava di parlare con un alto diplomatico africano, non si è accorta dello scherzo. Ed è veramente sconcertante apprendere che i nostri collaudati protocolli di sicurezza di Palazzo Chigi possano essere aggirati, penetrati in modo così plateale. Ma è il contenuto di questa conversazione che trovo davvero ancora più sconcertante”, dice il presidente del M5S Giuseppe Conte. 

Meloni, secondo Conte, “ammette che non riesce più a intravedere una via d’uscita che non sia quella negoziale” e che “sta cercando anche lei di trovare il momento giusto perché tutti se ne rendano conto, soltanto, ed è qui la gravità, da un lato c’è la menzogna agli italiani, dall’altro c’è la codardia di non riuscire a rappresentare questa posizione agli alleati, di non riuscire a parlare in modo chiaro, alla pari con Washington. Quindi si conferma questo atteggiamento di passiva quiescenza ai diktat di Washington, l’incapacità di rappresentare gli interessi nazionali e europei”.  

 

“Che figuraccia per l’Italia e per Giorgia Meloni. Due comici russi hanno beffato Palazzo Chigi e hanno parlato con la Premier spacciandosi per leader africani. Avendo lavorato qualche anno a Chigi mi chiedo come sia possibile raggiungere un livello di superficialità così devastante che fa fare una figuraccia non solo alla Meloni ma alla Repubblica Italiana”, scrive su Facebook Matteo Renzi. 

“Due considerazioni – continua Renzi – Nel metodo. 1. Meloni deve farsi aiutare. Se questo è il livello della sua squadra, proprio non ci siamo. E basta di dar sempre la colpa a qualcun altro. È in gioco la credibilità del Paese, possiamo smetterla con queste planetarie figure barbine? 2. Nel merito. Giorgia Meloni dice che nessuno ascolta le sue proposte e che altri leader neanche le rispondono. Se è vero, è segno di debolezza. Se non è vero, peggio mi sento. 

 

Il tema viene esaminato anche da Lorenzo Guerini, presidente del Copasir. “Ho avuto, appena uscita la notizia, una conversazione telefonica con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata, Alfredo Mantovano, che mi ha utilmente e adeguatamente ragguagliato su quanto avvenuto. Al netto delle legittime considerazioni che ciascuno può formulare sull’episodio, è prioritario agire affinché simili circostanze non si ripetano in futuro, consapevoli che possono essere considerate, tra le diverse ipotesi, anche come attività con fini malevoli e che quindi necessitano della massima attenzione”, dice. 

 

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