(Adnkronos) – “L’Italia ha sempre ribadito che il popolo palestinese ha diritto a uno Stato indipendente e sicuro: è una posizione che questo governo ha ribadito perché è una soluzione giusta e necessaria. Una soluzione sì nell’interesse dei palestinesi, ma a nostro avviso anche nell’interesse di Israele. Ed è la ragione per la quale posso dire che non condivido la posizione recentemente espressa dal primo ministro israeliano sulla materia”. Così la premier Giorgia Meloni, rispondendo in Aula alla Camera a una interrogazione presentata da Nicola Fratoianni (Avs) sulle tensioni in Medio oriente.
“Dall’altra parte, però, spero si convenga sul fatto che il riconoscimento non può essere richiesto unilateralmente. La precondizione per qualsiasi trattativa è il riconoscimento del diritto all’esistenza dello Stato ebraico e del diritto dei suoi cittadini a vivere in sicurezza”, ha proseguito la presidente del Consiglio, mettendo in guardia “da una ambiguità sempre più diffusa in Occidente” che in Medio oriente “diventa addirittura rifiuto del riconoscimento del diritto all’esistenza di Israele”.
Meloni ha poi annunciato che “stiamo lavorando per portare minori palestinesi in Italia per essere curati nei nostri ospedali”. “Dobbiamo rafforzare la nostra storica capacità di dialogare contestualmente con Israele e con il mondo arabo” e “lavorare per promuovere una ulteriore tregua, lavorare al rilascio degli ostaggi e rafforzare l’autorevolezza dell’Autorità nazionale palestinese che – ha rimarcato Meloni – è l’unico interlocutore possibile”.
Con il superamento del reddito di cittadinanza “il governo ha deciso di superare una misura sbagliata e ha introdotto due misure sostitutive per i percettori, una destinata a chi era in condizione di lavorare e un’altra a chi non era in condizione di farlo. Perché abbiamo sempre considerato un errore mettere sullo stesso piano queste due realtà”. “Sono molto fiera del lavoro che abbiamo fatto, perché se non sei disponibile a lavorare non puoi pretendere di essere mantenuto con i soldi di chi lavora ogni giorno”, ha detto la premier Giorgia Meloni, rispondendo a un’interrogazione sulle politiche del governo in materia di lavoro e in particolare sullo stop al reddito di cittadinanza deciso dal suo esecutivo.
Meloni ha poi spiegato che i primi pagamenti dell’assegno di inclusione “per coloro che hanno superato i controlli – perché, in questo caso, a differenza del reddito di cittadinanza i controlli li facciamo prima e non dopo – partiranno venerdì 26 gennaio. E l’importo medio stimato è di 635 euro al mese, cioè una cifra superiore all’importo medio erogato con il reddito di cittadinanza. Abbiamo dimostrato che dividendo le platee ne avrebbero beneficiato soprattutto coloro che versavano in condizioni peggiori”. Lo ha detto in Aula alla Camera la premier Giorgia Meloni, rispondendo a un’interrogazione sulle politiche del governo in materia di lavoro.
”Il governo, come peraltro scritto nella Nadef, lavora a un piano di razionalizzazione delle partecipazioni dello Stato dalle quali sono attesi proventi pari a circa 20 mld in tre anni, è un obiettivo ambizioso ma alla nostra portata. Queste operazioni non devono avere come unico scopo di fare cassa per ridurre il debito pubblico, ma devono essere considerate un fattore di sviluppo della politica industriale italiana. Si tratta di ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria e affermarla negli asset strategici”, ha detto Meloni. “E’ un approccio che non si avvicina neanche lontanamente a quelli del passato, che erano regali a qualche fortunato e bene inserito imprenditore, come si fece con gli oligarchi russi dopo l’Unione sovietica…”.
Il nuovo Patto di stabilità e crescita “supera le regole irrealistiche del precedente. L’Italia è riuscita a impedire il ritorno alle vecchie regole”, che erano improntate a una “austerità cieca”, ha detto la presidente del Consiglio rispondendo a una interrogazione del Movimento 5 Stelle. La premier ha poi puntato il dito contro il governo Conte: “Abbiamo ereditato disastri”. “Se noi, nonostante l’eredità pessima” dei governi Conte “siamo riusciti comunque a portare a casa un buon compromesso” sul nuovo Patto di stabilità “è perché in quest’anno di governo abbiamo dimostrato che la stagione dei soldi gettati al vento per pagarsi le campagne elettorali era finita”.
“Annuncio che il decreto legislativo arriverà domani al Cdm per l’approvazione. Stanzierà risorse per garantire all’anziano una vita serene a dignitosa”, ha detto Meloni, precisando che le risorse ammonteranno a oltre un miliardo di euro”Dall’inizio del mandato abbiamo lavorato per portare a termine una riforma strutturale delle politiche per la terza età che è un obiettivo del Pnrr. Abbiamo approvato in Cdm il patto per la terza età, un disegno di legge delega licenziato dal Parlamento. Il Pnrr prevede che il decreto attuativo venga esaminato entro il primo trimestre di quest’anno”.
“Noi vogliamo come sempre difendere l’interesse nazionale, instaurare chiaramente un rapporto che sia equilibrato con Stellantis”, ha affermato il presidente del Consiglio elencando gli interventi messi in campo dal Governo, come la modifica delle norme per incentivare “chi torna a produrre in Italia” e scoraggiare “chi delocalizza, che in questo caso dovrà restituire ogni beneficio o agevolazione pubblica ricevuta negli ultimi dieci anni”. “Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana. Se si vuole vendere un’auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come gioiello italiano, quell’auto deve essere prodotta in Italia. Queste -ha concluso Meloni- sono le regole con l’attuale Governo e valgono per tutti”.
“Il Gruppo automobilistico Fiat e i marchi italiani collegati rappresentano una parte importante della storia industriale nazionale. È un patrimonio che merita la massima attenzione e penso che questo significhi anche avere il coraggio di criticare alcune scelte che sono state fatte dalla proprietà e dal management del Gruppo quando sono state distanti dagli interessi italiani, come a volte mi è capitato di fare, spesso nell’indifferenza generale”. “Penso allo spostamento della sede fiscale e legale fuori dai confini nazionali -ha spiegato la premier- penso all’operazione di presunta fusione tra Fca e il gruppo francese Psa che celava in realtà un’acquisizione francese dello storico Gruppo italiano, tanto che oggi nel Cda di Stellantis siede un rappresentante del Governo francese e non è un caso se le scelte industriali del Gruppo tengano in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane”.