Mes, in Aula alla Camera da venerdì

(Adnkronos) – La Conferenza dei capigruppo della Camera ha calendarizzato l’approdo della riforma del Mes in aula a partire da venerdì prossimo, per quel che riguarda la discussione generale. L’esame del provvedimento, con il possibile voto, proseguirà poi dal 4 luglio. Per quel giorno, però, il calendario prevede una serie di Pdl (voto a distanza, professioni, anniversario Matteotti, pensioni, commissione Covid, maternità surrogata tra le altre).  

Si susseguono intanto le reazioni dopo quanto accaduto in Commissione sul Mes. “E’ il segno delle loro divisioni ma anche della irresponsabilità di questo governo, rispetto a impegni internazionali che l’Italia si è già assunta… Tenere bloccati 20 paesi per ragioni ideologiche e per non dire la verità alle italiane e agli italiani, cioè che ratificare quell’accordo non vuol dire che se ne chiede l’attivazione, significa essere un governo irresponsabile che ci sta mettendo in imbarazzo rispetto agli altri interlocutori internazionali. È un fatto di credibilità dell’Italia”, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, parlando in un punto stampa davanti alla sede della Commissione europea, a Bruxelles. 

Poi, a proposito del rialzo dei tassi di interesse, la leader dem ha spiegato: “Ho auspicato si fermasse l’aumento dei tassi, non è andata così. Bisogna tenere conto degli impatti economici e sociali di quell’aumento dei tassi. Però è curioso che questo governo, campione di scaricabarile, se la prenda con un ennesimo capro espiatorio – oggi la Bce, domani chissà chi – anziché fare tutto il necessario per ridare potere d’acquisto alle persone, per sostenere le imprese nell’accesso al credito”.  

Oggi il leader M5S Giuseppe Conte è intervenuto alla Camera dove il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha reso comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo. Sul Mes, ha dichiarato il leader M5S, Meloni “è caduta nel ridicolo e si è auto dichiarata tafazziana. Questo vostro pacchetto si trasformerà in un pacco per l’Italia”. Sul Mes “state offrendo uno spettacolo indecoroso, il vostro patriottismo si sta colorando di imbarazzato indecisionismo”, l’affondo di Conte. 

Critiche anche da Carlo Calenda, che ha twittato: “Comunicazioni del PdC in vista del Consiglio Europeo. Immigrazione: Piano Mattei è un titolo; accordo con Tunisia non esiste; accordo europeo per ricollocazione idem. Mes: non si sa. Revisione del patto di stabilità: critiche vacue. PNRR: vedremo. Questa non è una navigazione a vista è il caos”. 

Quella sulla riforma della governance europea “è una partita complessa – ha detto oggi Giorgia Meloni nel corso delle comunicazioni alla Camera – sulla quale io credo che l’Italia abbia obiettivi condivisi da gran parte delle forze politiche e che sono stati oggetto di sostegno bipartisan già con i governi precedenti. Per questa ragione, lo voglio dire con serenità ma anche con chiarezza, non reputo utile all’Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari, come ad esempio il Mes. L’interesse dell’Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le nuove regole del Patto di stabilità, il completamento dell’Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l’interesse nazionale”.  

Meloni è tornata sull’argomento nella sua replica alla Camera: “Sul tema del Mes non ho cambiato idea, ma quello che ho posto questa mattina non è un tema di merito, è un tema di metodo: è capire se questo sia il momento per discutere questa materia, ma non per me, per questo Parlamento, che è chiamato a difendere l’interesse italiano. Questa è la questione che vi pongo, indipendentemente da quello che si può pensare”.  

“Ha senso – ha chiesto la premier – che procediamo a una ratifica senza conoscere il contesto, senza conoscere come lo strumento si inserisce nella logica generale, senza sapere qual è la riforma della governance e del Patto di stabilità, senza sapere che cosa accadrà dell’unione bancaria, della garanzia sui depositi? Questioni che sono aperte, che secondo me è corretto porre sul tavolo nella loro completezza. Non è tattica, ma voglio cercare di difendere al meglio possibile l’interesse nazionale italiano e dico a tutto il Parlamento che discutere adesso questo provvedimento non è nell’interesse nazionale italiano”.  

(Adnkronos)