“Ho letto le parole pronunciate alla Assemblea di Nessuno Tocchi Caino dalla Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Giovanna Di Rosa, sul caso di Ambrogio Crespi. Nel suo intervento, la presidente Di Rosa ha sottolineato la necessità di superare il senso unicamente retributivo della pena e, elevandolo a esempio illuminante, di intendere la grazia, che in molti abbiamo chiesto, per Ambrogio Crespi come un ‘mezzo di riparazione-rimedio alle possibili incoerenze del sistema rispetto al senso di giustizia sostanziale’. Si tratta di parole profonde, che identificano il senso di profonda cultura costituzionale, ma soprattutto che sono di fondamentale importanza per le nuove generazioni”. Così su Facebook Gennaro Migliore, deputato di Italia Viva e componente della Commissione Antimafia.
“Siamo tutti chiamati a confrontarci con il senso delle pene – aggiunge – alla luce del dettato costituzionale e dell’esigenza di rendere la nostra società un posto più sicuro. Ambrogio ha rappresentato per molti un sicuro punto di riferimento nella promozione della cultura della legalità e del contrasto alle mafie. La sua vicenda è paradossale e l’errore nel giudizio è certo. Per questo considero le parole della giudice Di Rosa assai significative, capaci di dire, senza alcuna subalternità culturale, che il sistema penale è una infrastruttura istituzionale fondamentale, che bisogna però manutenere costantemente”.
“Perciò – conclude – non smetterò mai di lottare per la grazia a Crespi, perché è la cosa giusta da fare per lui, ma anche la cosa giusta per noi è per tutti quelli che credono nella giustizia giusta”.