(Adnkronos) – “Starmer spera di imparare dal successo dell’Italia nell’affrontare la crisi dei migranti”. Così titola il quotidiano Telegraph in vista della visita di lunedì a Roma del primo ministro britannico, che alle 12 incontrerà la premier Giorgia Meloni a Villa Doria Pamphilj.
“Sir Keir Starmer volerà in Italia questo fine settimana per vedere come quest’anno il governo di Giorgia Meloni abbia più che dimezzato il numero di arrivi illegali di migranti”, scrive il giornale, ricordando come i due capi di governo, nel corso del loro ultimo incontro avvenuto a luglio a margine della riunione della Comunità politica europea a Blenheim Palace, avessero concordato di continuare il loro stretto coordinamento per affrontare la crisi.
Il Telegraph sottolinea come il leader laburista consideri la leader di Fdi “un’importante alleata” nei suoi sforzi contro la migrazione irregolare, rimarcando come l’Italia sia uno dei principali punti di ingresso per i migranti che cercano asilo in Europa, molti dei quali viaggiano fino alla costa settentrionale della Francia per poi cercare di entrare nel Regno Unito attraversando la Manica su piccole imbarcazioni.
Quest’anno, prosegue il giornale citando i dati del Viminale, il governo italiano ha ridotto di due terzi gli arrivi di migranti irregolari sulle coste meridionali. Il dato ufficiale parla di 44.495 arrivi, mentre erano stati 122.823 nello stesso periodo dell’anno scorso e 64mila nello stesso periodo del 2022.
“L’Italia ha stretto accordi simili a quello da 490 milioni di sterline del Regno Unito con la Francia per pagare più poliziotti e ufficiali della guardia di frontiera per fermare le imbarcazioni in partenza da Tunisia e Libia”, prosegue il giornale britannico, ricordando anche le nuove e più stringenti regole in vigore in Italia per le navi delle ong che soccorrono i migranti in mare e l’accordo stretto da Roma con Tirana.
Si tratta di un piano “diverso” da quello dei Tories per il Ruanda, conclude il giornale, perché “prevedeva la deportazione di richiedenti asilo nello stato dell’Africa centrale senza alcun diritto di tornare nel Regno Unito”.