(Adnkronos) – Il ct del Portogallo Fernando Santos è stato costretto a difenderlo pubblicamente. E il suo “lasciatelo in pace” dà la misura di come Cristiano Ronaldo sia diventato un vero e proprio caso ai Mondiali in Qatar 2022.
Oggi si gioca il quarto di finale contro il Marocco e lui, l’eterno rivale di Lionel Messi e uno dei più forti della storia del calcio, guarderà con ogni probabilità buona parte della partita dalla panchina. Come è già successo per 71 minuti durante gli ottavi e come è successo molto spesso nella sua ultima esperienza con una squadra di club, il Manchester United, con cui i rapporti si sono bruscamente interrotti alla vigilia dei Mondiali.
Contro la Svizzera, chi ha giocato al suo posto, Goncalo Ramos, ha segnato tre gol e, di fatto, si è preso il testimone al centro dell’attacco. Ventuno anni il nuovo fenomeno, 38 a febbraio Cr7. Se l’anagrafe è impietosa, sono state le prestazioni e gli atteggiamenti ad accelerare un ricambio generazionale che, nei piani, doveva arrivare alla fine dei Mondiali.
Altre parole di Fernando Santos spiegano quanto sia profondo il disagio intorno alla scelta di escludere il capitano, quello che è stato una bandiera indiscussa per quasi 20 anni. “Era contento? Chiaramente no, ha sempre giocato titolare. È stata però una chiacchierata normale, rilassata. Non mi ha mai detto, in alcun modo, di voler lasciare la Nazionale”.
Ronaldo non ha lasciato la nazionale. Oggi ci sarà, in panchina, e i riflettori saranno puntati anche sul suo volto, sulle sue reazioni, sulle movenze da star infastidita che hanno compromesso anche i rapporti con i compagni di squadra. Quella di Ronaldo, presumibilmente più fuori dal campo che dentro, sarà una partita nella partita.