Monsignor Viganò e l’accusa di scisma: “Processo farsa, non mi presento all’ex Sant’Uffizio”

(Adnkronos) – Monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio in Usa, convocato dall’ex Sant’Uffizio con l’accusa di scisma, non si presenterà. In una nota dice: “Preciso di non essermi recato in Vaticano, di non avere intenzione di recarmi al Sant’Uffizio il 28 giugno e di non avere consegnato alcun memoriale o documento a mia difesa al dicastero, del quale non riconosco l’autorità, né quella del suo prefetto” (il card. Victor Manuel Fernandez) “né di chi lo ha nominato”.  

“Non ho alcuna intenzione di sottopormi ad un processo farsa in cui coloro che mi dovrebbero giudicare imparzialmente per difendere l’ortodossia cattolica sono allo stesso tempo coloro che io accuso di eresia, di tradimento e di abuso di potere”, spiega nella nota. L’ex ambasciatore vaticano ribadisce che le accuse del Vaticano “sono un vanto”.  

Viganò è arrivato a chiedere le dimissioni del Pontefice. E’ accusato di non riconoscere la legittimità del Pontefice né quella dell’ultimo Concilio definito un “cancro”. 

Dunque l’ex nunzio in Usa non si presenterà davanti all’ex Sant’Uffizio. Cambierà qualcosa la sua assenza? “Si va avanti comunque – spiega all’Adnkronos il canonista don Davide Cito, vice rettore della Pontificia Università della Santa Croce -. Gli si mette un avvocato di ufficio e si procede. Se si accerta che ha tentato lo scisma, scatta immediatamente la scomunica latae sententiae e, nei casi più gravi (ad es. l’ordinazione di Vescovi), potrebbe anche scattare la dimissione dallo stato clericale. E’ accaduto a Milingo che ha fatto di meno”. Perché un processo stragiudiziale? “E’ una cosa normalissima e previstissima – osserva il canonista – quando le prove sono già raccolte. Non serve una istruttoria quando ci sono già tutti gli elementi. L’atteggiamento di Viganò è talmente chiaro che non serve disporre una istruttoria. Mi auguro sia una cosa veloce”. Con questo ‘processo’ si vuole dare un avvertimento ad altri? “Macché. Erano quattro gatti che lo hanno già scaricato. Nessuno lo ha difeso”, osserva don Cito. 

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