Una donna di 81 anni, ricoverata da metà aprile presso l’Istituto Maugeri di Pavia, dopo aver avuto un ictus, è morta ieri nella struttura ospedaliera, dove stava seguendo un percorso di riabilitazione. La donna era stata vaccinata con due dosi di Moderna il 26 maggio e il 5 luglio scorsi durante il ricovero ma i figli sostengono che l’anziana avesse già ricevuto due dosi di Pfizer a marzo. Per questo hanno sporto denuncia contro ignoti mentre la procura di Pavia ha disposto delle indagini affidate al sostituto procuratore, Valeria Biscottini. Sul corpo dell’81enne sarà eseguita l’autopsia lunedì prossimo alle 8.30 presso l’istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia.
“Abbiamo sporto una denuncia contro ignoti perché si proceda per il reato di omicidio colposo – spiega all’Adnkronos il legale dei figli, Fabrizio Gnocchi -. Abbiamo chiesto alla Procura di procedere all’esame autoptico per appurare se vi sia un nesso causale tra il decesso della signora e le 4 dosi di vaccino. La signora aveva forti criticità di salute”. L’altro aspetto da verificare, rimarca il legale, “è se siano state rispettate tutte le procedure per l’acquisizione del consenso informato, sia nel primo, sia nel secondo caso e le relative procedure burocratiche perché noi non sappiamo se l’ospedale abbia controllato se il medico” che ha fatto il primo vaccino “avesse registrato le prime due dosi, c’è anche questo aspetto da chiarire” conclude.
“Queste cose non devono più succedere, quello che è accaduto è veramente allucinante”. Non si dà pace Germana Facioli, la figlia della signora Emilietta morta ieri nella struttura ospedaliera. “Era stata vaccinata con Pfizer dal nostro medico di base a marzo e stava benissimo – spiega Facioli all’Adnkronos – non so se il medico non abbia registrato la vaccinazione sul portale della Regione, io ho chiesto al farmacista il green pass e sul certificato non risulta”.
La signora Germana non ha dubbi: “Sono sicura che il primo vaccino, a marzo, lo abbia fatto – rimarca – le ho preso io l’appuntamento, ho qui il foglio”. L’anziana, racconta la signora Germana, ha avuto un ictus il 2 aprile scorso ed è stata prima ricoverata al Policlinico e poi trasferita alla Maugeri per iniziare la riabilitazione. “Non aveva grossi problemi dal punto di vista fisico, più dal lato cognitivo – spiega la donna – tanto che i medici mi hanno detto che non era autosufficiente e aveva bisogno di assistenza, ma fisicamente stava benino. Dovevano dimetterla a fine giugno ma poi mi hanno chiamata dicendo che c’erano problemi, parlando prima di infezioni alle vie urinarie poi il giorno dopo dicendo che non c’erano infezioni ma che aveva la polmonite”.
Poi, a metà luglio, per l’81enne le cose si sono complicate. “Mi hanno telefonato dicendo che la mamma si era inspiegabilmente ammalata – evidenzia Facioli -. Lunedì scorso si è aggravata ma era in stato vegetativo da metà luglio. Tutti gli organi erano compromessi. Io l’ho vista lunedì scorso per l’ultima volta, stava malissimo ed era sotto ossigeno con la saturazione a 90. I battiti erano deboli, non era più regolare, era praticamente in coma”. Dalla Maugeri “non sanno dare una risposta, non se lo spiegano – afferma Facioli -. Io non so dire se c’è correlazione con la morte ma il dubbio viene. Lunedì spero capiremo le cause del decesso”.
A scoprire che la madre aveva ricevuto 4 dosi è stato il fratello di Germana: “Con lui ci davamo il cambio nella struttura – ricorda – e per caso ha scoperto nel cassetto della sua stanza un foglio in cui si attestava che la mamma era stata vaccinata il 26 maggio e il 5 luglio a nostra insaputa con il vaccino Moderna. Ho chiesto spiegazioni all’infermiere, chiedendo chi avesse dato il consenso e non me l’ha saputo dire”.
Dal canto suo, Germana ha spiegato ai sanitari che sua madre aveva già ricevuto due dosi di Pfizer a marzo “ma loro non hanno saputo darci spiegazioni – sottolinea -. Ci hanno detto che il primario ci avrebbe ricevuti ma non si è fatto vedere, i medici non hanno saputo dire nulla. Noi non siamo stati avvisati per il consenso, lei non era in grado di darlo perché non capiva. Ho una valutazione della psicologa precedente che attesta le sue condizioni, se dovessero aver chiesto a lei il consenso per il vaccino sarebbe grave, sapevano benissimo che non era in grado di darlo”.