Naufragio migranti, capo sommozzatori: “Strazio quei bimbi morti sott’acqua”

(Adnkronos) – (dall’inviata Elvira Terranova) – “Sa qual è la verità? Che non ci si abitua mai. Eppure, in quasi 25 anni di lavoro presso i sommozzatori dei Vigili del fuoco ho visto tante tragedie. Ma quando vedi quei corpicini senza vita di bimbi così piccoli… Sono immagini che ti colpiscono sempre al cuore. Anche ieri è stato così. Tanti bambini morti, come quei gemellini, neonati. Una tragedia”. David Morabito è il capo del Nucleo Sommozzatori dei Vigili del fuoco della Calabria. Da ieri non si ferma un momento per la ricerca di dispersi o eventuali superstiti in mare. “Ma ormai è davvero difficile…”, dice con un soffio di voce. Da questa mattina alle sette, Morabito è di nuovo sul posto, sulla spiaggia di Steccato di Cutro, nel crotonese, dove ieri mattina una imbarcazione con almeno 180 migranti a bordo si è letteralmente spezzata in due, facendo cadere in acqua, a poco meno di un centinaio di metri dalla riva, tutti i migranti a bordo.  

Sono finora 59 i corpi recuperati, tra cui 13 bambini e 33 donne. La Procura di Crotone ha aperto un’inchiesta, con le ipotesi di omicidio e disastro colposi e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I sopravvissuti sono 79, 28 sono afghani, 16 arrivano dal Pakistan, altri da Iran, Somalia e Palestina. I migranti che non sono stati portati in ospedale sono stati trasferiti ieri sera nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, con l’assistenza di un team di psicologi. Secondo una prima ricostruzione, l’imbarcazione era partita giovedì mattina, 23 febbraio, da Izmir, in Turchia, con un carico di cittadini iracheni, iraniani, afghani e siriani. A bordo almeno 180 persone che per questo viaggio avevano pagato circa 2.500 euro. Arrivati sulle rive di Crotone, la nave si è imbattuta su una secca e si è spezzata in due. Le ricerche in mare sono proseguite per tutta la notte, ma invano.  

David Morabito era anche a Lampedusa, quel 3 ottobre del 2013, quando un’altra imbarcazione colò a picco davanti alle coste. Quella volta i morti furono 368. “Ma ogni volta è come se fosse la prima volta – dice all’Adnkronos – sono tragedie umane. Io sono padre e vedere quei corpi di bambini senza vita è ogni volta un colpo al cuore”. Morabito era anche sulla nave Costa Concordia. Altri morti, altre tragedie. Altri bambini senza vita.  

Tra i corpicini recuperati ieri a Cutro anche quello di un neonato. Il volto del capo dei sommozzatori dei Vigili del fuoco si rabbuia. “Sono tragedie che non possono non toccare anche noi soccorritori”.  

Al momento è per i sommozzatori impossibile immergersi sott’acqua, perché le condizioni del tempo sono proibitive qui a Steccato di Cutro. David Morabito è di nuovo sul campo base. “Poi, alle 12 ci sarà l’avvicendamento con i colleghi di Taranto”, dice. Ieri, per tutta la giornata, sono andati avanti le ricerche nella speranza di trovare ancora qualche superstite. “Purtroppo – racconta Morabito – abbiamo trovato solo corpi senza vita, o spiaggiate o in mare. Li abbiamo issati dall’acqua con le moto d’acqua e poi portati sulla imbarcazione Sar”. C’era anche un elicottero che ha avvistato diversi corpi in mare. I sommozzatori sperano che il tempo migliori, così potranno fare immersioni e provare a trovare qualche disperso sul fondo del mare. La giornata è ancora lunga, ma le speranze di trovare qualche superstite sono sempre più affievolite. 

(Adnkronos)