Netflix, condividere l’abbonamento è legale? Cosa c’è da sapere

(Adnkronos) – Un tempo esistevano le videocassette che permettevano di vedere filmati registrati su nastro. Poi c’è stato l’avvento dei dvd e dei blu-ray. Ora c’è Netflix, famosissima piattaforma che consente di vedere in streaming film, serie tv, cartoni animati e tantissimi altri prodotti audiovisivi, in qualsiasi momento della giornata e praticamente da qualsiasi dispositivo. La facilità di condivisione ha fatto sì che accedano al servizio anche persone che non hanno sottoscritto alcun abbonamento. Ma è legale condividere Netflix? Vediamo cosa dice la legge. 

Netflix: cos’è?
 

Netflix, ricorda la leggepertutti.it, è un servizio streaming on demand che sfrutta la rete internet per trasmettere i propri contenuti. nIn poche parole, Netflix offre un vero e proprio menu di programmi, film, serie tv e quant’altro, tutti fruibili quando il cliente decide di selezionarli e vederli. 

Account Netflix condiviso: cos’è?
 

Come ricordato in apertura, uno dei punti di forza delle piattaforme streaming è la facilità con cui è possibile condividere l’abbonamento con altre persone. Ad esempio, l’account di streaming Netflix standard consente due streaming simultanei; ciò significa che due persone possono guardare un programma tv o un film su Netflix contemporaneamente, condividendo un unico account su dispositivi e in luoghi diversi. 

Con l’abbonamento Premium si possono avere perfino quattro streaming simultanei. Ad esempio, nella stessa casa ogni componente può usare l’account da un dispositivo diverso (pc, tablet, televisione e smartphone) e vedere ciò che desidera indipendentemente dalla scelta degli altri. Ad esempio, una persona potrà vedere un film, un’altra una serie tv, un’altra ancora un documentario: tutto contemporaneamente, su schermi diversi ma usando lo stesso abbonamento, cioè non dovendone pagare un diverso. 

La condivisione di streaming è un punto di forza di Netflix ma, a lungo andare, è diventato anche un problema, in quanto si tende ad abusare di questo sistema fornendo la password del proprio account ad amici e parenti che, così facendo, vedono Netflix senza pagare nulla. È qui dunque che si pone il problema: Netflix condiviso è legale?  

Netflix: come controlla gli account condivisi?
 

Già da un po’ di tempo Netflix ha dichiarato guerra alla condivisione selvaggia delle password, quella che consente alle persone di vedere i servizi della piattaforma senza pagare alcun abbonamento. Ciò non significa che la condivisione sia vietata in assoluto: è infatti possibile avere profili condivisi, ma soltanto tra membri dello stesso nucleo abitativo. 

Netflix verifica gli account utilizzando un codice ricevuto via email o sms. Solo l’intestatario dell’account principale riceve il codice, che in caso di coabitazione sarà facilmente condivisibile anche con gli altri. 

Per verificare che l’account non sia diffuso a persone estranee al nucleo abitativo Netflix controlla gli indirizzi IP di chi si collega al servizio di streaming. Qualora emergesse che il secondo account non risiede nella stessa casa in cui vive l’utente titolare dell’abbonamento, a quel punto si potrebbe andare incontro alla disattivazione del servizio. 

Non è necessario essere per forza parenti per usufruire del multiutente, ma soltanto vivere insieme. In altre parole, la condivisione di Netflix è consentita tra persone che abitano sotto lo stesso tetto, come ad esempio un gruppo di studenti. 

Condividere l’abbonamento Netflix è legale?
 

Abbiamo detto che Netflix può disattivare gli account se la condivisione viene fatta tra persone che non appartengono allo stesso nucleo. Si tratta di un controllo difficile, ma che in qualche modo Netflix sta portando avanti. 

La domanda che ora sorge spontanea è la seguente: oltre alla disattivazione, cosa rischia chi condivide l’abbonamento Netflix? Ci sono conseguenze legali? Si commette reato? 

In linea di massima, possiamo dire che chi condivide il proprio abbonamento Netflix non commette alcun illecito; semplicemente, chi lo fa viola le condizioni contrattuali, potendo andare incontro al massimo alla disattivazione del profilo personale. 

Ciò perché ognuno è libero di divulgare, a proprio rischio e pericolo, le proprie credenziali, cioè le password con cui accede ai suoi servizi a pagamento. Questa condotta, quindi, non costituisce alcun reato. 

Diverso sarebbe, invece, se le credenziali venissero rubate senza il consenso del titolare: in un caso del genere si commettere un reato a tutti gli effetti. 

Si pensi all’hacker che accede abusivamente al profilo dell’abbonato Netflix, rubi le password e poi le utilizzi per sé o per altri. In casi del genere scatterebbe il reato di accesso abusivo a un sistema informatico o telematico. 

(Adnkronos)