La sezione distaccata di Taranto della Corte di appello di Lecce si è pronunciata su uno dei processi scaturiti da quello principale riguardante il sequestro e l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana, scomparsa il 26 agosto del 2010 e ritrovata senza vita in un pozzo in campagna nella notte tra il 6 e il 7 ottobre successivo. Per lo zio della giovane, Michele Misseri, che rispondeva di autocalunnia, in quanto si era accusato dell’omicidio della 15enne, è intervenuta la prescrizione e pertanto la condanna a 4 anni di reclusione comminata il 21 gennaio del 2020 dal tribunale monocratico del capoluogo jonico è stata cancellata. Nel processo principale, quello per il sequestro e l’omicidio, era stato condannato a 8 anni solo per la soppressione di cadavere. La Cassazione, confermando i precedenti gradi di giudizio, aveva infatti riconosciuto come responsabili dei reati più gravi la figlia Sabrina Misseri e la moglie Cosima Serrano, che stanno scontando in carcere la pena dell’ergastolo.
Prescrizione anche per Ivano Russo, il giovane che sarebbe stato in qualche modo all’origine della presunta gelosia o del presunto astio di Sabrina nei confronti della cugina che sarebbero all’origine dell’omicidio. In primo grado il tribunale monocratico lo aveva condannato a 5 anni di reclusione per i reati di false informazioni al pm e falsa testimonianza in occasione delle deposizioni al processo principale in Corte d’Assise. Prescrizione pure per Alessio Pisello, amico di Sabrina, accusato di falsa testimonianza, per la mamma di Ivano, Elena Baldari, per Maurizio Misseri, nipote di Michele, per Anna Lucia Pichierri, moglie di Carmine Misseri, per Claudio Russo, fratello di Ivano.
Assoluzione e prescrizione per due ipotesi di reato attribuite a Dora Serrano, sorella di Cosima e di Concetta, la mamma di Sarah. Assoluzione per Giuseppe Serrano, un altro dei fratelli, Anna Scredo, la cognata del fioraio presunto testimone oculare del sequestro di Sarah (una versione successivamente modificata) e Giuseppe Augusto Olivieri.