(Adnkronos) – Via libera della Prima Commissione Affari Costituzionali del Senato, presieduta dal senatore Alberto Balboni (Fdi), all’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori.
La maggioranza ha ritirato gli emendamenti che limitavano la durata della Commissione di inchiesta ed è stato approvato il testo votato all’unanimità alla Camera dei deputati. Testo che ora andrà in aula a Palazzo Madama per il via libera definitivo.
“Sono contenta, è caduto un muro che aveva bloccato l’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta”. Così Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, commenta all’Adnkronos il via libera da parte della I Commissione del Senato all’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori esprimendo tutta la sua “gioia”. “C’era stato un tentennamento – continua riferendosi ai recenti rinvii – ma hanno valutato la questione. Ci sono due famiglie che aspettano la verità da 40 anni”.
“Qualcuno ci ha accusato di voler insabbiare: non volevamo insabbiare ne’ rinviare nulla, ma era giusto fare un approfondimento e una riflessione sulla decisione di istituire la Commissione di inchiesta perché, rispetto a quando fu votata all’umanità alla Camera dei deputati, era intervenuto un fatto nuovo e di non secondaria importanza cioè eravamo venuti a conoscenza che la procura e il promotore di giustizia Vaticano avevano deciso di riaprire le indagini”, afferma all’Adnkronos il senatore Alberto Balboni (FdI), presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, dopo il via libera all’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori.
“Le audizioni sono state molto utili, molti degli auditi, esponenti autorevoli della magistratura, ci hanno segnalato che poteva sussistere anche un rischio di sovrapposizione dell’attività della Commissione rispetto a quella avviata dalla magistratura italiana e del Vaticano – ha continuato riferendosi alle audizioni informali avvenute nel corso della discussione sulla Commissione di inchiesta – È stato dunque giusto fare una riflessione ulteriore”.