(Adnkronos) – “L’invito di noi parenti delle vittime a Palazzo Chigi? Nessuno ci ha detto nulla. Lo apprendiamo da lei in questo momento. Siamo qui da tredici giorni in attesa di potere riportare in Afghanistan i nostri cari, fatta eccezione per il Presidente della Repubblica Mattarella, non abbiamo visto nessuno, qui alla camera ardente. Ora apprendiamo da lei di questo invito. Troppo tardi… Noi, non appena ci daranno l’autorizzazione per rimpatriare le salme, lasceremo l’Italia. E torneremo in Germania o negli altri paesi da cui veniamo”. A parlare con l’Adnkronos è Alauddin Mohibzada, un afghano di 23 anni che fa l’educatore e vive in Germania. Alauddin ha perso la zia, Munika, 35 anni, sorella della madre, e due cuginette, di 12 e 8 anni, rispettivamente Maewa e Hadija. Un altro cuginetto, Tajib, di 5 anni, è ancora disperso. Il ragazzo è’ arrivato lunedì, 27 febbraio, dalla Germania in auto per il riconoscimento delle salme, dopo 25 ore di macchina.
“Che senso ha questo invito tardivo? – dice ancora Alauddin – noi pensavamo che la presidente Meloni venisse qui alla camera ardente. Invece dopo averla aspettata fino alle nove di sera non è mai venuta al Palamilone”. Gli unici superstiti del naufragio di domenica della famiglia di Alauddin sono lo zio Wahid, il marito di Munika e il figlio di 14 anni, Mustafa. I congiunto dell’afghano dovrebbero partire oggi per la Germania in auto e poi da Monaco verso la Turchia e dalla Turchia in Afghanistan. “Ci hanno assicurato che le spese sarebbero state a carico dello Stato – racconta Alauddin – speriamo che sia così”.
In Germania Aluaddin aveva avviato una raccolta di fondi, e fino ad oggi, la raccolta ha raggiunto quasi 5 mila euro. “Ma per trasportare quattro salme – dice- chiedono oltre 20 mila euro e noi non li abbiamo. Per questo abbiamo avviato la raccolta di fondi. Speriamo che lo Stato tenga fede alla promessa”. Dell’invito di Giorgia Meloni, annunciato ieri sera, subito dopo la conferenza stampa a Cutro, al termine del Consiglio dei ministri, Aluaddin non sa nulla e neppure i suoi connazionali che sono al Palamilone, in attesa del trasferimento delle salme. “Fino a questo momento non ci è stato detto nulla di questo invito, ma ribadisco che ormai è troppo tardi. Appena avrò l’autorizzazione a partire lascerò questa terra. Per non tornarci mai più…”. Sono 27 le salme ancora sistemate dentro il Palamilone di Crotone, delle 72 vittime del naufragio che nei giorni scorsi hanno lasciato la città.