(Adnkronos) – Chiusa la partita per le nomine di governo ad inizio novembre, c’è spazio per nuovi incarichi nelle istituzioni, nei gruppi parlamentari e nei ministeri per i tanti esponenti dei partiti rimasti fuori dalla corsa agli incarichi. A tenere banco il caso dei due ex parlamentari del M5S, l’ex reggente Vito Crimi e la ex vicepresidente del Senato, Paola Taverna, che secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica, starebbero per firmare un contratto di consulenza con i gruppi pentastellati di Camera e Senato, una sorta di compensazione dopo essere rimasti vittima della tagliola del doppio mandato. “Avrò 70mila euro dal mio gruppo? Ma io non ne so nulla, oggi è domenica, sono una cittadina normale che la domenica fa altro, e comunque non sono stati determinati i contratti…”. dice all’AdnKronos la pasionaria Taverna. L’ex vicepresidente del Senato, storica esponente del Movimento taglia corto: “Non ho letto nulla, non ne so niente, non so cosa dire…”.
Se nel M5S sono tanti a essere rimasti fuori dalle liste delle scorse elezioni, con la spada di Damocle della regola del doppio mandato, anche nella Lega si è corso ai ripari, per dare spazio ai tanti aspiranti onorevoli (o sottosegretari), che non sono stati candidati, con malumori che hanno creato non pochi scompigli a via Bellerio. L’ex segretario d’Aula, Marzio Liuni, i senatori Enrico Montani e Cesare Pianasso dovrebbero prendere posto nelle segreterie di Commissione a guida leghista, tra Montecitorio e Palazzo Madama.
Flavio Di Muro, ex deputato della XVIII legislatura è in pole per fare da capo di gabinetto di Edoardo Rixi, al ministero per le infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, di cui Rixi è vice. A Via Arenula, al ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara, tecnico di area Lega, pare invece che prenderanno un incarico di consulenza l’ex senatrice Valeria Alessandrini e Angela Colmellere, la prima a lungo ‘candidata’ a fare da sottosegreteria, carica all’ultimo sfumata, e la seconda già deputata e membro della Commissione Cultura di Montecitorio. Per loro cifre dimezzate rispetto ai colleghi pentastellati, Crimi e Taverna, visto che qui le consulenze varrebbero circa 35mila euro l’anno.