Pd, Borghi: “Schlein partita bene. Conte? Abbiamo nostra agenda”

(Adnkronos) – “L’incontro tra la segretaria Schein e Bonaccini per costruire le ragioni dell’unità del partito. Confido avverrà”, dice il senatore Enrico Borghi all’Adnkronos poco prima che l’agenda della giornata venisse stravolta per il Pd dalla tragica scomparsa di Bruno Astorre. Per Borghi, sostenitore di Stefano Bonaccini al congresso, la partenza di Elly Schlein è stata caratterizzata da “gesti apprezzabili e apprezzati”, come la richiesta di dimissioni al ministro Matteo Piantedosi e la presenza ieri alla camera ardente a Crotone. E sul riavvicinamento a Giuseppe Conte che domani sarà con la segretaria a Firenze alla manifestazione anti-fascista, Borghi dice che si tratta della “naturale evoluzione dell’esito del congresso”. Ma parlando con l’Adnkronos, specifica una sua idea sul rapporto con i 5 Stelle. “Con Schlein, Conte tornerà punto di riferimento fortissimo? Lo escludo”.  

Senatore Borghi, come valuta il riavvicinamento del Pd con i 5 Stelle di Conte? “Premetto che ho trovato sgradevoli le parole di Conte sulla nostra organizzazione interna e su cosa dovrebbe fare il Pd. Conte si concentri su casa sua e smetta di dare giudizi su quella degli altri. Detto questo, trovo che l’incontro con Conte sia una naturale evoluzione dell’esito del congresso Pd. Dopodiché i nodi politici sono tutti sul campo e sarà l’indirizzo che darà la segretaria a far capire la dimensione del rapporto”.  

Che tipo di rapporto prevede? “Non credo ci siano delle situazioni particolarmente rivoluzionarie sul campo. Nel senso che noi abbiamo la nostra agenda e non la cambiamo perchè c’è Conte che ci chiede di cambiarla. E’ giusta l’intercoluzione portata avanti dalla segretaria e spetta a lei l’indirizzo che darà, a partire da questa cosa. Mi sembra che il percorso sia molto concentrato, e giustamente, sul partito. Sul rilancio dell’azione del partito. E questo conferma che il Pd è il punto di riferimento dell’alternativa alla destra”. Pensa che con Schlein, Conte possa tornare ad essere ‘punto di riferimento fortissimo per i progressisti’? “No, lo escludo”.  

Senatore Borghi, oggi ci sarà l’incontro tra Schlein e Bonaccini, si aspetta un accordo? “Credo sia giusto che si parlino loro, per costruire le ragioni dell’unità del partito. Chi ha vinto ha il dovere di attuare una linea politica e di costruire le ragioni dell’unità nel rispetto del pluralismo, tenendo conto della peculiarità di questo voto distinto tra iscritti ed elettori. Confido che questo avverrà”.  

Come valuta le due prime mosse di Schlein segretaria, la richiesta di dimissioni a Piantedosi e la visita ‘silenziosa’ ieri a Crotone? “Due gesti apprezzabili e apprezzati. Schlein ha rappresentato un sentimento largamente diffuso nel nostro partito e nei gruppi parlamentari. Ma non ci si può fermare alla richiesta delle dimissioni di Piantedosi”.  

In che senso? “Intendo dire che certamente è giusto chiederle, davanti a ciò che è accaduto. Sapendo che questo però non definisce il perimetro dell’opposizione, che è fatta anche di analisi, di controproposta, di soluzione ai problemi che si pongono. Una forza politica di governo temporaneamente all’opposizione non si lascia risucchiare dalla logica protestataria fine a se stessa, ma di fronte ad una azione di governo sbagliata dimostra che c’è un’altra strada possibile. È questo anche il confine tra l’antipolitica, che demolisce, e la politica che costruisce, in quadro dialettico perché siamo in democrazia”. Giusta anche la presenza domani a Firenze? “Certo. I fatti di Firenze sono gravi e la reazione dovuta. Quello che per me è importante è che il Pd non smarrisca mai nella sua dimensione di opposizione, la sua capacità di costruire l’alternativa. Ripeto: siamo un partito di governo temporaneamente all’opposizione”. (di Mara Montanari) 

 

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