Pd, Schlein: “Correnti? Sì a pluralità, ma nel rispetto del mio mandato”

(Adnkronos) – “Continuano a esistere sensibilità diverse nel Partito democratico, ed è un bene che sia così. Siamo l’unico partito che non è legato a una leaderhsip personale, ed è un valore. Non credo nei partiti del leader, durano ben poco, ben venga la pluralità interna ma nel rispetto del mandato chiaro che ho ricevuto” con la vittoria delle primarie dem. Così la segretaria del Pd Elly Schlein, oggi ospite di Agorà estate su Rai 3. 

Per quanto riguarda la ministra Daniela Santanchè “deve riferire su cose molto gravi che la riguardano: non ci può essere una ministra che ha 3 milioni di debiti verso lo Stato, in un altro Paese si sarebbe già dimessa”. Mozione di sfiducia dunque? “Intanto riferisca, è già grave venga solo al Senato e non alla Camera. L’ascolteremo e poi valuteremo cosa fare”, spiega Schlein nel giorno in cui la ministra interverrà in Senato. 

Il cambio di passo dell’Europa sui migranti di cui parla la premier Giorgia Meloni, spiega quindi la segretaria dem, “purtroppo no, non lo vedo: sono tanti anni che l’unico punto su cui c’è accordo” in Ue “è esternalizzare” le frontiere, mentre la “battaglia fondamentale” riguarda il regolamento di Dublino, ovvero “superare il criterio del primo paese di accesso, che penalizza anche l’Italia. Per superare quello, servirebbe che Meloni riuscisse a convincere i suoi alleati nazionalisti, il primo ministro polacco e il leader ungherese. Non c’è riuscita e mi stupisce che addirittura Meloni dica che hanno ragione loro”. 

Orban e Morawiecki “non ne vogliono sapere di redistribuzione”, sarà per questo, dice Schlein, che “quando ero in Parlamento europeo a discutere di migranti la destra non si è mai vista, forse l’interesse nazionale lo abbiamo difeso meglio noi…”. Il patto sulle migrazioni sul tavolo dell’Ue “ha molti punti di svantaggio per il nostro paese”, visto che punta sulla “solidarietà volontaria che non ha mai funzionato”, ed è un patto “che Meloni sta accettando”. 

“Per superare Dublino servirebbe che Meloni convincesse i suoi alleati nazionalisti – dice ancora Schlein -, che invece mettono veti per bloccare la solidarietà. Quanto alla disponibilità dei dem a collaborare con il governo per superare il patto di Dublino, “bisognerebbe far approvare a maggioranza qualificata il criterio del primo paese d’accesso, noi su quello ci saremo”. 

Sul fronte elezioni europee, “prima di occuparci delle liste ci stiamo interessando alle proposte. Fatto questo, ragioneremo su liste e candidature, attenti a una parità di genere che spesso è mancata”, continua Schlein che aggiunge: “Ci presenteremo uniti a tutte le forze democratiche e socialiste d’Europa. Abbiamo un fronte di alleanze europee fatto di amici dell’Italia. Lo stesso non può dire Meloni che ha alleati che voltano le spalle l’Italia”. 

Alleanza col M5S? Con la partita sul salario minimo “abbiamo dimostrato che sul merito si possono trovare convergenze sui temi, sui temi non su formule astratte. Abbiamo lavorato affinché 4 proposte diventassero una, una proposta a cui il governo non può dire di no”, ha detto ancora tornando alla politica interna. 

“C’è un’Europa del lavoro che in questi anni si è manifestata. Proprio da lì viene anche il richiamo a un salario minimo come quello che le opposizioni unitariamente stanno proponendo in Italia e su cui speriamo che la maggioranza ascolti finalmente. Perché non si può avere lavoro sotto una certa soglia, quello non è lavoro, è sfruttamento. Noi abbiamo 3 milioni di lavoratrici e di lavoratori poveri”, ha rimarcato la leader dem. 

 

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