“La spina dorsale del nuovo ‘Piazzapulita’? Inchieste e reportage, ed un parterre di opinionisti autorevoli che saranno in ‘esclusiva’ solo da noi. I leader politici sono invitati ma alle nostre condizioni, senza tranelli ma senza sconti”. Corrado Formigli racconta così, in un’intervista con Adnkronos, la
nuova stagione di ‘Piazzapulita’, che riparte domani, giovedì 16 settembre, alle 21.15 in prima serata su La7. “Ripartiamo finalmente in presenza, il che mi permette di lavorare a contatto con i miei autori e soprattutto con gli inviati: torniamo a incontrarci dopo un anno e mezzo tostissimo”.
Un anno e mezzo in cui “abbiamo imparato che la serietà di un programma paga -spiega il conduttore- Piazzapulita è percepito come un programma credibile perché non si fonda sulle parole, ma va a cercare le conferme nella realtà. Questo è un punto molto forte della trasmissione perché mette gli ospiti nella condizione di doversi confrontare con questo, e di non poter giocare con le parole”. Si partirà sempre da “un filmato giornalistico importante, com’è nostra consuetudine -dice Formigli- Le immagini e il modo in cui sono girate e montate agiscono sullo studio. E’ diverso quando un ospite si trova davanti a delle immagini. La realtà è un vaccino contro la propaganda”.
Tra le novità del talk show c’è la presenza del giornalista in prima persona ‘sul campo’. “Quest’anno mi impegnerò ad andare io stesso nella realtà -rivela Formigli- A girare come inviato per l’Italia. Già nella prima puntata ci sarà un mio reportage sul caso Gkn a Campi Bisenzio. Non dunque la guerra della pandemia, ma la guerra del lavoro. Un tema emblematico, quello sul rischio della fine del lavoro dell’automobile in Italia”.
Sui temi che verranno affrontati in trasmissione il giornalista ha delle idee precise: “La mia sensazione è che si parli troppo di green pass e di vaccini -rileva- Ne parleremo, ovviamente, ma senza dimenticare che sul tavolo di Draghi ci sono dei dossier fondamentali. Delocalizzazioni, il futuro del lavoro, il piano industriale dell’Italia. Ad esempio, stiamo andando verso la transizione ecologica, ma sappiamo che un’auto elettrica farà però perdere dei posti di lavoro: che fine faranno le persone che resteranno senza? Sono domande che ci si deve porre”.
Sul tema ‘caldo’ dei no vax e sull’intenzione di dar loro voce o meno in studio, il conduttore osserva: “E’ una discussione da stadio. I no vax nel nostro paese sono il 10% circa, poi ci sono una serie di persone che possono ancora essere convinte. Fanno parte di questo paese, un programma giornalistico non li può ignorare. Deve dargli semmai il giusto rilievo, e contestualizzare ciò che dicono. Siamo giornalisti, mica siamo censori”.
Sugli opinionisti “sono confermate le nostre punte Tito Boeri, Antonio Padellaro, Mario Calabresi, Annalisa Cuzzocrea, e da quest’anno una delle nostre voci politiche più autorevoli che ci sono in Italia che è Alessandra Sardoni -anticipa Formigli- In più, abbiamo affidato una rubrica a Selvaggia Lucarelli, che incrementerà al sua presenza e avrà una rubrica dal titolo ‘#piazzaselvaggia’, dove userà la sua vis polemica per smascherare fenomeni social e politici”. E se gli si chiede a quale pubblico vorrebbe rivolgersi in particolare, Formigli ha un desiderio: “Il programma è visto da una maggioranza di uomini, età medio alta, classe socioeconomica elevata e laureati. Il mio augurio è dunque che accanto a questo target riusciamo ad avere più donne, e persone di classi socioeconomiche più basse, perché questo significherà aver reso il nostro linguaggio un po’ più popolare e accessibile. Il che non guasta mai”.