(Adnkronos) – “Credo che l’economia circolare nel recupero di materia sia importante”. Così Riccardo Piunti, presidente del Conou, il consorzio nazionale degli oli usati, all’Adnkronos. Nel contesto attuale di rincaro delle materie prime, l’economia circolare offre molteplici vantaggi: dalle minori risorse sfruttate grazie al recupero di materia al risparmio economico che ne deriva fino ai benefici ambientali della corretta gestione degli scarti.
“Nel mondo – ricorda Piunti- si estraggono ogni anno dal pianeta 101 mld di tonnellate di materiali di questi 55 mld di t sono dispersi, diventano rifiuti abbandonati, solo 8 vengono inviati a recupero. Pensate quanta strada possiamo fare e che contributo possiamo dare alla scarsità delle materie prime. Noi nel nostro piccolo lo facciamo, il Conou raccoglie normalmente circa 180-190mila t di oli usati e cerca di utilizzarli al meglio indirizzandoli, secondo le norme Ue, prioritariamente alla rigenerazione: da questo volume recuperiamo basi lubrificanti, circa 130mila t, e bitumi e gasoli”.
Così l’olio lubrificante usato, un rifiuto che sarebbe “pericoloso, inquinante e dannoso” se disperso nell’ambiente (“il ricambio di olio di una macchina versato in un lago potrebbe devastare una superficie d’acqua grande quanto un campo di calcio”), viene invece “recuperato in maniera completa e anche totalmente (98-99%) rigenerato e rinviato a nuova vita”. Un’attività che il consorzio svolge grazie alle sue circa 60 imprese “che tutti i giorni raccolgono l’olio, lo portano nei depositi dove il Conou lo seleziona e lo analizza indirizzandolo al giusto percorso che sono le raffinerie di rigenerazione”.
Per l’ambiente il vantaggio è duplice: la corretta gestione che evita la dispersione in natura e il mancato sfruttamento di ulteriori risorse. “Poiché noi da questa materia recuperiamo materie prime nuove evitiamo che queste materie prime vengano estratte dal pianeta, trasportate e raffinate. Questo vale circa 80mila t all’anno di CO2 evitata, 36 mln di metri cubi di acqua non usati ai fini industriali, 1 mln di t di carbonio che non viene depauperato dal terreno, vale anche una riduzione del processo di eutrofizzazione e delle emissioni di anidride solforosa e clorofluorocarburi”, aggiunge.
Recupero di materia, benefici ambientali ma anche vantaggi economici. “Il risparmio economico varia nel contesto di mercato: l’anno scorso le materie prime energetiche ebbero una grande flessione per il crollo di domanda a causa della pandemia e il petrolio stava intorno ai 30 dollari: il risparmio della filiera del Conou valeva una cinquantina di milioni. Oggi con il petrolio a 110 dollari al barile questo risparmio è almeno triplicato: quindi 150 forse 200 mln di euro di ridotte importazioni grazie a questa attività di recupero”.