(Adnkronos) – “Il mio obiettivo ora è arrivare nella dozzina dello Strega. E qualora non dovessero farmi entrare, la mia deduzione sarebbe molto chiara: mi reputano un elemento di disturbo rispetto a un sistema ‘amichettistico’, i cui criteri di valutazione sono qualcosa di assolutamente misterioso”. Così lo scrittore Fulvio Abbate all’Adnkronos, all’indomani della sua ammissione alla 74esima edizione del premio letterario con ‘Lo Stemma’ (La nave di Teseo), arrivata solo con la presentazione da parte della scrittrice Sandra Petrignani, uno dei 400 ‘Amici della domenica’ (i giurati), e dopo che nei giorni scorsi la sua autocandidatura (presentata in quanto egli stesso ‘Amico della Domenica’) era stata respinta. “Hanno tutti tirato un sospiro di sollievo quando sono riusciti a bocciare la mia autocandidatura (per il regolamento il soggetto segnalante deve essere diverso dall’autore, ndr) ma io, come direbbe Vasco Rossi, ‘sono ancora qua'”, ironizza.
“Senza che io la cercassi, si è fatta avanti Sandra Petrignani – riferisce lo scrittore siciliano – che ha inviato la richiesta di candidatura. Ma faccio tutto questo senza alcun entusiasmo. Che entusiasmo può esserci quando percepisci solamente delle ambizioni tristi e un conformismo pressoché assoluto?”, si chiede. E osserva: “Penso che il contesto letterario italiano sia un coacervo di ambizioni tristi dove l’opera viene offuscata dall’ambizione”.
“‘Lo Stemma’ è un romanzo sulla mediocrità come talento, è un anti-Gattopardo, un’opera dura e corposa, non solo quantitativamente. Io credo molto in questo mio libro, ma la discussione sullo Strega non verte mai sulla qualità delle opere, semmai sul potere che questi o quegli altri hanno nell’imporla: dapprima nel farla entrare in cinquina e poi eventualmente riuscire a farla vincere. Tutto questo posso al limite comprenderlo da parte degli editori – osserva Abbate – ma che gli scrittori e le scrittrici siano così subalterni a un sistema così conformistico è imperdonabile. Uno scrittore dovrebbe essere il piede di porco, il chiodo a 4 punte e non uno votato alla quiete e alla pace sociale. E la mia non è retorica”, conclude.