Pressing su Palazzo Chigi per fiducia a decreto aiuti

(Adnkronos) – Si aprono crepe nella maggioranza e volano stracci, a poche ore dall’incontro chiarificatore tra il premier Mario Draghi e il leader del M5S Giuseppe Conte. A mandare in fibrillazione i partiti – in particolar modo Lega, Italia viva, Forza Italia ma anche i dimaiani di Ipf- la scelta del governo di non mettere per ora la fiducia al dl aiuti, il decreto che, tra le altre cose, contiene la norma sull’inceneritore a Roma. 

L’importante per il governo, che tende così la mano al M5S, è che l’approvazione sia rapida -la deadline è il 16 luglio per il disco verde di Montecitorio- perché famiglie e imprese, viene rimarcato, attendono le risorse contenute nel dl, ben 23 miliardi di euro.  

Un’apertura, quella concessa al M5S, che viene vista con fumo negli occhi da gran parte della maggioranza, tanto da indurre in molti a chiamare Palazzo Chigi per invertire la rotta, riportano diverse fonti all’Adnkronos. Anche perché, viene spiegato, solo Fdi e M5S avevano emendamenti pronti per l’Aula alla scadenza -fissate alle 12 di ieri-, il resto delle forze politiche erano sprovviste di proposte di modifica avendo data per scontata la fiducia.  

E così ora il rischio è che i 5 Stelle vedano passare l’emendamento finalizzato a ‘oliare’ gli ingranaggi del superbonus, mentre le altre forze di maggioranza si ritroverebbero a bocca asciutta. Da qui il pressing su Palazzo Chigi, anche perché, accusano all’unisono gli ‘scontenti’, si aprirebbe un caso senza precedenti. “A noi certi favoritismi non sono mai stati concessi, quindi si creerebbe una questione politica gravissima”, sentenziano dalla Lega. Dove è in primis il segretario Matteo Salvini a voler battagliare sulla questione. Chi segue il dossier da vicino prevede colpi di scena nel pomeriggio. 

(Adnkronos)