Putin vuole proclamarsi vincitore (con il via libera di Trump). Quanto è vicina la fine della guerra?

(Adnkronos) – Continuiamo a chiederci quanto possa essere vicina la fine della guerra in Ucraina. Ma c’è chi avrebbe già le idee piuttosto chiare, con tanto di data cerchiata sul calendario. Vladimir Putin avrebbe l’intenzione di annunciare la vittoria sull’Ucraina e la Nato il 24 febbraio, terzo anniversario dell’aggressione russa. L’indiscrezione viene riportata tra gli altri media dalla Bild e dal il Kyiv Independent, che citano informazioni dei servizi ucraini.  

Che la volontà di Putin possa coincidere con la realtà sembra piuttosto improbabile. Ma il fatto che circoli con insistenza questa versione dei fatti è indicativa del clima completamente capovolto in pochi giorni rispetto alle prospettive del conflitto. A spostare in maniera considerevole l’equilibrio già precario delle forze in campo è l’intervento a gamba tesa di Donald Trump. Il presidente americano ha scelto quale strada percorrere per mettere in pratica i suoi piani, far finire la guerra tra Russia e Ucraina, intestarsi il merito della pace e utilizzarla per favorire gli interessi geopolitici ed economici degli Stati Uniti.  

Completamente spiazzata l’Europa, in un clima politico sempre più complesso e a pochi giorni da un passaggio cruciale come le elezioni in Germania. L’Europa, e prima ancora il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Key Starmer, si muovono per recuperare un ruolo nella partita. C’è però da fare i conti con quello che gli Stati Uniti vogliono fare del rapporto con l’Europa.  

Il candidato cancelliere della Cdu/Csu, Friedrich Merz, ha espresso il suo shock per le ultime dichiarazioni di Trump. “Si tratta sostanzialmente di un classico capovolgimento carnefice-vittima. Questa è la narrativa russa, questo è il modo in cui Putin l’ha presentata per anni e sono onestamente abbastanza scioccato che Donald Trump l’abbia ora evidentemente fatta sua”.  

La svolta trumpiana, del resto, sta travolgendo anche la credibilità e il ruolo della controparte di Putin, Volodimyr Zelensky. Una fonte vicina a Trump ha detto al New York Post anche che “la soluzione migliore per Zelensky e per il mondo è che vada immediatamente in Francia”. In esilio, non solo fuori dalla trattativa ma definitivamente fuori dai giochi.  

È andato perfino oltre, come da manuale, Elon Musk. Zelensky, ha scritto su X, “è un dittatore a capo di una gigantesca e disgustosa macchina della corruzione che si nutre dei cadaveri dei soldati ucraini” caduti nella guerra con la Russia. Il link diretto al denaro, quello speso e quello che si può investire in altro modo, con una piena vittoria della Russia è in altre parole di Musk, pronunciate alla convention dei conservatori di Washington: “La quantità di denaro che è stata buttata per via della corruzione nella guerra in Ucraina è disgustosa. Dovremmo provare empatia per le persone che muoiono in prima linea. Questa è la cosa più importante. Per quanti anni ancora dovrebbe andare avanti questa guerra?”, ha aggiunto il miliardario. 

Da Trump a Musk, e ritorno. Con Putin che smania per proclamarsi vincitore. (Di Fabio Insenga) 

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