Come funziona la quaratena covid? Quanto dura? Cosa deve fare chi è a contatto con un positivo? Con l’aumentare dei contagi covid e le feste di Natale, il rischio di essere stato a contatto con un soggetto infetto è maggiore. Tracciamento, contatto stretto o ad alto rischio, tamponi e quarantena: quali sono le regole da seguire? Le risposte arrivano dalle Faq del ministero della Salute, mentre si accende il dibattito sull’opportunità di modificare le norme mentre la variante Omicron si diffonde e la campagna di vaccinazione procede con le terze dosi.
Che cos’è il contact tracing (tracciamento dei contatti)? A cosa serve?
Per contact tracing (tracciamento dei contatti) si intende l’attività di ricerca e gestione dei contatti di un caso confermato COVID-19. Si tratta di un’azione di sanità pubblica essenziale per combattere l’epidemia in corso. Identificare e gestire i contatti dei casi confermati di covid permette di individuare e isolare rapidamente gli eventuali casi secondari e interrompere così la catena di trasmissione.
Qual è la definizione di contatto? Stretto (o ad alto rischio) e basso rischio
Un contatto di un caso covid è qualsiasi persona esposta a un caso probabile o confermato in un lasso di tempo che va da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso. Se il caso non presenta sintomi, si definisce contatto una persona che ha avuto contatti con il caso indice in un arco di tempo che va da 48 ore prima della raccolta del campione che ha portato alla conferma e fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso.
Il ‘contatto stretto’ (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come: una persona che vive nella stessa casa di un caso covid; una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso covid; una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso covid (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati); una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti; una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso in assenza di protezione (mascherine) idonei; un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta a un positivo oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso covid senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei; una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso covid; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.Per contatto a basso rischio si intende una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni:
Per ‘contatto a basso rischio’, si intende una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso covid, ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti; una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) o che ha viaggiato con un positivo per meno di 15 minuti; un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso, provvisto di DPI raccomandati; tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un positivo, ad eccezione dei passeggeri seduti entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso covid, dei compagni di viaggio e del personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto che sono infatti classificati contatti ad alto rischio.
Contatto stretto di un positivo, cosa fare
I contatti stretti di un caso confermato devono allertare il proprio medico, che avviserà o fornirà tutte le indicazioni per contattare il Dipartimento di prevenzione della ASL o ATS competente per territorio che disporrà la quarantena e la sorveglianza. In linea generale, possono rientrare in comunità dopo un periodo di quarantena della durata di almeno 7 o 10 giorni (a seconda dello stato vaccinale) dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test antigenico o molecolare con risultato negativo. Al termine del periodo di quarantena la persona potrà rientrare al lavoro e il periodo di assenza potrà essere coperto dal certificato medico. Al rientro la persona dovrà contattare il medico competente della sua azienda per ulteriori informazioni.
Contatto stretto e quarantena
Nel caso in cui si venga identificati come ‘contatto stretto’ di caso confermato, nessun test con esito negativo permette di essere esonerati dal sottoporsi a un periodo di quarantena della durata di almeno 7 o 10 giorni (a seconda dello stato vaccinale) dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo.
Quarantena e isolamento, la differenza
La quarantena si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso covid, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi. L’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone affette da covid da quelle sane al fine di prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità.