Quarta dose vaccino, Israele stop: dipende da variante Omicon

Serve la quarta dose di vaccino? Quando? La diffusione della variante Omicron, con il boom di contagi in molti paesi, contribuisce ad alimentare il dibattito. La terza dose è sufficiente per piegare la curva o bisognerà ricorrere in tempi relativamente brevi ad un altro booster, magari aggiornato? Le domande sono lecite dopo la retromarcia di Israele. Il paese, all’avanguardia nella campagna di vaccinazione sinora e considerato una sorta di ‘laboratorio di test’ dal resto del mondo, ha fatto scattare il semaforo rosso: la quarta dose, che avrebbe dovuto essere somministrata da domenica ad over 60 e personale sanitario, per ora rimane nella scatola. 

Lo ha deciso il ministero della Sanità israeliano, come riferisce l’emittente Channel 13. Il direttore generale del ministero Nachman Ash non ha approvato la campagna dopo aver esaminato i dati provenienti dalla Gran Bretagna secondo i quali la variante Omicron del coronavirus causa malattie meno gravi rispetto al ceppo Delta. 

Israele era il primo Paese al mondo ad aver autorizzato la somministrazione di una quarta dose di vaccino anti Covid e ad aver fissato una data. Secondo l’emittente pubblica Kan, probabilmente Ash prenderà una decisione sulle quarte dosi di vaccino entro la metà della prossima settimana. Il primo ministro Naftali Bennett vuole iniziare a somministrare i booster aggiuntivi il prima possibile, ha aggiunto Kan, precisando che Ash ha l’ultima parola sulla questione. 

Al di là dell’Oceano Atlantico, la linea prudente sembra condivisa dal professor Anthony Fauci, consigliere principale del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. ”E’ prematuro parlare di una quarta dose”, dice l’immunologo. “Una delle cose che seguiremo con molta attenzione è quale sia la durata della protezione dopo la terza dose di un vaccino mRna”, aggiunge Fauci, riservando un discorso a parte alle persone gravemente immunocompromesse. Fauci sottolinea l’importanza di ottenere subito un booster – terza dose per chi ha completato un ciclo ordinario – per una migliore protezione contro il virus. ”A volte, quando le persone sentono la parola booster pensano che sia un lusso o un’aggiunta. Non lo è, è davvero una parte essenziale della protezione ottimale che desideri’. 

In Italia, il tema è stato sfiorato dal sottosegretario Pierpaolo Sileri. “Sia l’estensione della terza dose agli under 18 che la somministrazione di una eventuale quarta dose – spiega – sono ipotesi da verificare alla luce dei numeri che emergeranno nelle prossime settimane sulla prevalenza della variante Omicron e sulla sua possibile minore aggressività, come sembrerebbe stando ad alcuni studi preliminari provenienti dal Sudafrica e dal Regno Unito”. 

“Se questa variante, come tutti ci auguriamo, dovesse portare a meno ricoveri e decessi -aggiunge – dovremo anche capire se ciò avvenga perché è meno ‘cattiva’, o anche perché trova una popolazione con una solida base di vaccinazione. È necessario quindi, adesso più che mai, accelerare sia con le prime che con le terze dosi”. 

Il poker, secondo il professor Massimo Galli, prima o poi arriverà. “Mi sento di dire, anche se mi spiace dirlo, che in una situazione in cui in un anno abbiamo avuto tre diverse varianti che hanno preso la scena, l’ultima delle quali molto diversa dal virus sul quale sono stati realizzati i vaccini, la terza dose non sarà l’ultima dose necessaria”, dice Galli, già direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano. 

Quanto è accaduto “mi porta a pensare – sottolinea l’esperto – che la faccenda evolverà in una situazione in cui periodicamente toccherà ripetere, se non cambiano le cose, una vaccinazione impostata magari con nuovi vaccini mirato sulla variante predominante, un po’ sul modello influenza”. Un richiamo una volta all’anno con gli aggiornamenti del vaccino? “E’ una delle possibili ipotesi che penso debbano essere considerate. Ma se ci fossero stati dubbi” sulla necessità di un adeguamento dei vaccini “penso siano stati fugati da questa variante Omicron che ha 32 mutazioni rispetto al virus di Wuhan e che giustificherebbe da sola che venga messo in piedi un nuovo vaccino”, conclude. 

(Adnkronos)