(Adnkronos) – Al Quirinale serve un’ampia convergenza per arrivare a un arbitro. Giuseppe Conte è convinto che serva un accordo largo per convergere sul nome del prossimo Presidente della Repubblica. Il leader M5S lo avrebbe sottolineato in tutti gli incontri avuti oggi alla Camera, mentre nell’Aula di Montecitorio si è svolta la prima votazione sul Colle. Il presidente del Movimento 5 Stelle avrebbe ribadito le sue perplessità (e quelle di una larga fetta di pentastellati) circa l’ipotesi di spostare il premier Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale. Un concetto espresso dall’avvocato di Volturara Appula nell’incontro serale con il cofondatore di Coraggio Italia Giovanni Toti: troppo complessa l’operazione, il senso del ragionamento dell’ex premier, perché le conseguenze sulla prosecuzione dell’azione del governo potrebbero essere imprevedibili, in un momento delicato per il Paese dal punto di vista economico e sanitario.
La giornata politica di Conte inizia alle 11 con l’incontro a Montecitorio con il segretario del Pd Enrico Letta e quello di Leu Roberto Speranza: i tre leader del ‘fronte progressista’ danno indicazione ai loro parlamentari di votare scheda bianca alla prima chiamata dei grandi elettori per il Quirinale. Nel pomeriggio Conte vede prima il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, poi il segretario della Lega Matteo Salvini e il governatore della Liguria Toti, esponente di Coraggio Italia. Nell’incontro tra l’ex premier e il leader del Carroccio, riferiscono fonti M5S, “c’è stata totale sintonia sulla necessità di rafforzare e intensificare il confronto, iniziato la settimana scorsa, per mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese”.
All’uscita di Montecitorio Conte incrocia anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, con la quale però si intrattiene solo per un breve saluto. E in serata filtra anche l’indiscrezione su un colloquio tra Conte e il presidente del Consiglio Draghi. “Il vero nodo”, sottolineano fonti pentastellate vicine ai vertici, “riguarda l’eventuale formazione di un nuovo governo qualora si concretizzasse l’ipotesi di un’elezione di Draghi al Quirinale”. A quel punto, avrebbe rimarcato Conte negli incontri di oggi con gli altri leader politici secondo quanto apprende l’Adnkronos, la base 5 Stelle verrebbe consultata con un voto online per decidere se entrare o meno nel quarto governo di fila di questa legislatura: e la consultazione, avrebbe tra l’altro evidenziato Conte, potrebbe avere un esito apertissimo.
Interpellato dall’Adnkronos, il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, parla di “clima costruttivo” utile a “trovare in tempi brevi una soluzione condivisa, anche perché – sottolinea – il Paese non può fermarsi e perdere altro tempo”. “Dopo la proposta del centrodestra di Silvio Berlusconi, il M5S ha proposto una persona di alto profilo morale, istituzionale e internazionale”, spiega ancora Turco riferendosi al nome di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. “Non poniamo veti, ma è necessario preservare l’azione di governo con un patto per i cittadini”, prosegue a proposito dell’opzione Draghi. “La pandemia non è ancora finita e i problemi degli italiani sono ancora sul tavolo, così come il Pnrr, con i suoi obiettivi e riforme da realizzare nel 2022”. “In caso di discontinuità dell’esecutivo”, ragiona poi Turco, “il M5S chiederà un voto ai suoi iscritti come da statuto”.
Nella sponda ‘dimaiana’ del Movimento il mood è un altro. “Io credo che stiamo andando verso Draghi. E noi saremo gli ultimi come sempre ad arrivarci”, osserva scuotendo il capo un big vicino al ministro degli Esteri, che continua a mantenere un basso profilo nella partita del Colle. Oggi Di Maio ha trascorso una parte del pomeriggio in Transatlantico, apparendo di buon umore e conversando a più riprese con parlamentari del M5S e di altri schieramenti politici.
In occasione dell’assemblea di domenica con i grandi elettori 5 Stelle, il titolare della Farnesina non è intervenuto. A parlare però sono stati numerosi eletti ascrivibili alla sua ‘area’: non bisogna porre veti su Draghi, serve un patto di legislatura per arrivare al voto nel 2023, il tenore dei loro interventi. Un fronte che anche oggi sembra reggere: “Draghi è una risorsa per il Paese”, il messaggio che rimbalza tra i parlamentari che ieri in assemblea hanno aperto a Draghi al Colle. Lunghe interlocuzioni e colloqui oggi in Transatlantico tra parlamentari M5S, dove il mood, in molti casi, è: dobbiamo essere chiari e togliere qualsiasi veto nei confronti del premier.
(di Antonio Atte e Vittorio Amato)