(Adnkronos) – “I materiali del passato sono identitari e sono fondamentali per rivalutare e riannodare i fili con le comunità locali”. Lo sostiene Sara Fasana, ricercatrice del Politecnico di Torino, intervenuta alla seconda giornata della decima edizione di ReBuild, la fiera dedicata all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito, al Centro congressi di Riva del Garda. “Parliamo di materiali che possono raggiungere ottime prestazioni se il loro utilizzo è coniugato alla cultura tecnica costruttiva. E questo, in estrema sintesi, è il significato del nostro lavoro, che poggia su tecniche di diagnostica non distruttiva sui manufatti del patrimonio diffuso. L’obiettivo è allestire un atlante di riferimento per progettisti e applicatori: oggi, quando c’è necessità di sostituzione, ci si può orientare verso materiali alternativi che possono essere compatibili sia sotto l’aspetto delle prestazioni che dell’immagine che connota il manufatto – prosegue Fasana – Si tratta quindi di un campo ricerca che ha ricadute dirette sul territorio e sulla valorizzazione della filiera locale”. L’impiego di materiale della tradizione, come quello lapideo, porta anche ad altri risvolti: quello all’emergenza ambientale per il conferimento di migliaia di tonnellate di materiale che sarebbe da conferire in discarica. Chiude Fasana: “Ottimizzare il reimpiego di materiali e mettere sul mercato materiali doppiamente sostenibili, perché sono materiali che da un punto di vista prestazionale possono essere considerati validi sostitutivi di quelli di origine cementizia”.
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