“Credo che Mario Draghi sul reddito di cittadinanza abbia detto cose importanti”. Così il segretario del Pd , Enrico Letta, a Torino per una giornata a sostegno del candidato sindaco Stefano Lo Russo a proposito delle dichiarazioni dell’ex premier Giuseppe Conte. “Il presidente del Consiglio ha aperto una discussione che consente di migliorare, di prendere il buono che c’è stato, perché del buono c’è stato, però di migliorare e di superare soprattutto quei limiti che si sono riscontrati. Credo che questo sia il metodo migliore e noi siamo per questo metodo”, ha aggiunto Letta.
In un’intervista al ‘Corriere della sera’ il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha confermato la ferma volontà del movimento di difendere il Rdc, una “misura che garantisce coesione e sicurezza sociale, cosa che non è possibile se milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà”. “I partiti di centrodestra stanno attaccando il reddito di cittadinanza, purtroppo c’è anche una forza politica che dice di non collocarsi in quell’area ma fa politiche di destra. Il reddito di cittadinanza ce l’hanno tutti nella Ue, perché è una misura di civiltà”, aveva detto qualche giorno fa intervenendo a ‘La Piazza’ a Ceglie Messapica. “Quando si fa demagogia sulla pelle della povera gente non lo accetto”, ha affermato ancora il leader M5S. “Una forza politica seria come il M5S lo ha detto da subito”, il reddito di cittadinanza “è una riforma complessa, la dobbiamo ricalibrare meglio. Dobbiamo lavorare con i sindaci, rinforzare le politiche attive sul lavoro”, ha sottolineato l’ex premier. “Noi siamo i primi che vogliamo migliorare questa riforma”, ha rimarcato.
“Leggo sui giornali un animato dibattito sul reddito di cittadinanza. All’improvviso, di colpo, tanti vorrebbero cambiarlo. Dico giustamente, anzi, dico da sempre, che non andava proprio fatto. Ma è altrettanto vero che dopo due anni difficili come quelli che abbiamo passato, serve una forma di reddito che aiuti chi ha perso il lavoro, la propria fonte di sostentamento, la propria attività. È possibile conciliare queste cose in modo virtuoso? Io credo proprio di sì”. Lo scrive in una nota il presidente della Liguria e cofondatore di Coraggio Italia, Giovanni Toti. “Per fortuna -prosegue- l’Italia è tornata a crescere e, stando alle stime, crescerà molto nei prossimi anni. Questo vuol dire che avremo bisogno di più lavoratori. E visto che il mondo è cambiato tanto, spesso avremo bisogno di lavoratori con capacità diverse e che sappiano fare mestieri diversi da quelli che facevano prima”.
“Oggi il reddito di cittadinanza produce un effetto distorsivo in questo senso: anziché accompagnare le persone verso un nuovo impiego, le spinge a restare a casa. Così -spiega Toti- loro non tornano nel mondo del lavoro, si accontentano di vivere con il sussidio e le imprese non trovano lavoratori: già durante quest’estate sono mancati camerieri, personale per gli hotel, lavoratori specializzati in tanti campi del terziario. E sempre più mancheranno: tecnici, esperti in computer, lavoratori delle molte agenzie di servizi online. Solo per limitarmi alle professionalità più ‘semplici'”.
“Allora la mia proposta è questa: nessuno deve perdere il reddito di cittadinanza, ma per averlo le persone dovranno lavorare davvero o formarsi obbligatoriamente per imparare un nuovo mestiere. Come fare? Semplice: diamo i soldi alle imprese per assumere le persone che oggi percepiscono il reddito di cittadinanza. Un’impresa che oggi può permettersi di pagare ad esempio 10 dipendenti -sottolinea Toti- potrà averne 15, perché aiutata dai soldi destinati al sussidio. Le persone imparano un mestiere, percepiscono un reddito e allo stesso tempo l’azienda diventa più competitiva”.
“Finalmente quasi tutte le forze politiche cominciano a dare ragione a Fratelli d’Italia sul Reddito di Cittadinanza. Siamo stati gli unici ad aver avuto, fin da subito, il coraggio di dire che è una misura concepita male, che favorisce i furbi e non aiuta i veri bisognosi. Soprattutto è sempre stata una menzogna dire che avrebbe aiutato la gente a trovare lavoro, è vero esattamente il contrario, è un disincentivo al lavoro legale è un incentivo al lavoro nero”, ha scritto ieri su Facebook Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “La povertà si combatte creando posti di lavoro, non con l’assistenzialismo di Stato. Purtroppo ogni volta che Fratelli d’Italia ha chiesto l’abolizione del Rdc tutte gli altri partiti, al di là dei proclami, hanno votato contro in Parlamento. Fdi ha da tempo depositato una proposta seria di modifica: abolizione del Rdc e del Reddito di emergenza e introduzione di un vero strumento di aiuto ai più bisognosi. Un assegno di solidarietà minimo (300 euro + 250 per ogni familiare a carico) per chi è privo di reddito, non ha risparmi, né proprietà all’infuori della prima casa. Chi lo percepisce è tenuto a lavorare per il Comune o per lo Stato. Una proposta di buon senso, che mi auguro ora possa essere discussa e approvata”, ha aggiunto.