(Adnkronos) – “Puntiamo a vincere”. Leader della coalizione di centrodestra oggi a Bari, insieme sul palco del Teatroteam a sostegno della candidatura alla presidenza della Regione Puglia di Luigi Lobuono.
Le regionali pugliesi rappresentano “una sfida che noi puntiamo a vincere, perché non abbiamo paura di nessuno” ha detto la premier Giorgia Meloni, dal palco del comizio. “Non ci sono risultati già scritti in partenza, non ci sono destini già scritti, c’è il lavoro, c’è la determinazione, c’è la buona fede e c’è la passione che si mettono in una battaglia”, le parole della leader di Fdi.
“Ricordo quando dicevano che se il centrodestra avesse governato l’Italia, l’Italia sarebbe stata isolata a livello internazionale e tre giorni fa il Financial Times titolava che l’Europa dovrebbe imparare dall’Italia. Perché in tre anni noi abbiamo ricostruito l’immagine di questa nazione. Eravamo la pecora nera d’Europa – ha poi detto Meloni – e oggi siamo una nazione che può indicare la rotta alle altre”.
E ancora: “Ricordo quando dicevano che Fratelli d’Italia non poteva raggiungere il 5% dei consensi. Nell’ultimo sondaggio era stimato al 31,4% dei consensi, il livello più alto di sempre dopo tre anni di governo, una cosa che non era mai accaduta da quando esistono i sondaggi. Ricordo quando dicevano che non saremmo mai arrivati al governo della nazione e oggi stiamo governando questa nazione. Ricordo quando dicevano che non saremmo durati più di sei mesi e oggi siamo il terzo governo più longevo della storia d’Italia”.
“Qualche giorno fa – ha continuato Meloni – c’era in tv un filosofo che diceva che io vinco perché quelli che si occupano del mio make-up sono bravissimi. In pratica, voi mi votate perché sono truccata bene. Ora, al netto del fatto che io mi trucco da sola e manco così bene, vi rendete conto di quanto sono superficiali le letture di questi intellettuali da salotto? Che in pratica ci dicono che gli italiani votano guardando le fotografie e non i contenuti. E questi sono i filosofi, figuratevi gli altri. Questi sono gli intellettuali!”.
Continua la premier: “Quando ci siamo presentati alle elezioni politiche, Fdi scelse di usare come slogan ‘pronti’. Siamo stati ampiamente derisi per questo. La sinistra diceva: ma dove vanno, come ‘pronti’? Non avete governato neanche un condominio. Ma noi eravamo pronti”.
“Non sempre le cose vanno come vorremmo. Possiamo sempre migliorare, dobbiamo fare di più, dobbiamo fare meglio e voi non dovete mai smettere di spronarci e di ricordarci quello che non va bene: dovete essere con noi implacabili, pretenziosi. Perché questo fa un popolo nei confronti dei propri rappresentanti. Però – ha sottolineato – stiamo dando tutto e lo stiamo facendo senza risparmiarci”.
Quindi la standing ovation di buona parte della platea quando la presidente del Consiglio ha citato “a 90 anni dalla nascita, Pinuccio Tatarella, un uomo del popolo innamorato della sua terra, intelligente e sorridente”.
“Oggi siamo qui uniti come da 30 anni a questa parte, uniti come ci ha immaginato, come ci avrebbe voluto un grande pugliese che, a novant’anni dalla sua nascita, ricordiamo tutti con emozione: si chiamava Pinuccio Tatarella. Un uomo del popolo, innamorato della sua terra, che sapeva unire intelligenza, visione, passione e ironia”, le parole di Meloni.
Poi il capitolo legge di bilancio: “Questa è la quarta manovra che scriviamo in tre anni, è una manovra che vale 18,7 miliardi di euro, è stata definita una manovrina dall’opposizione perché non ha abbastanza soldi. Vale la pena di ricordare all’opposizione che avremmo potuto fare una manovrona se nello stesso anno in cui facciamo una legge di bilancio con 18,7 miliardi di euro non avessimo 40 miliardi di euro di crediti del superbonus da ripagare grazie ai geniali provvedimenti di Giuseppe Conte”.
“La sinistra – attacca Meloni – ci parla di equità. A noi, che abbiamo fatto la manovra per aiutare i più fragili, i redditi più bassi e il ceto medio e per farlo abbiamo chiesto un contributo alle banche. Ci parlano di equità loro, che prendevano i soldi dai lavoratori per darli alle banche. Lezioni da questa gente anche no…”.
Con la legge di bilancio, ha continuato, “siamo intervenuti a favore dei lavoratori con redditi bassi abbattendo al 5% la tassazione sugli incrementi retributivi legati ai rinnovi dei contratti. Pensate, una misura che ci chiedevano i sindacati, una misura che ci chiedeva la Cgil. E come ha risposto? Sciopero generale. Il settimo in tre anni, rigorosamente di venerdì, perché non sia mai che la rivoluzione la facciamo di martedì, la facciamo di venerdì, a dimostrazione che i contenuti dei provvedimenti e, soprattutto, i diritti dei lavoratori non sono esattamente prioritari per alcuni…”.
Quindi il passaggio sul reddito di cittadinanza: “Abbiamo messo in campo strumenti che permettono al Sud di competere davvero, perché sì, abbiamo abolito l’elemosina del reddito di cittadinanza e l’abbiamo sostituita con la dignità di un lavoro, con la libertà di non dover dipendere dalla politica. Lo abbiamo sostituito con gli incentivi a chi investe in queste regioni, con gli incentivi per chi assume, con le infrastrutture, con opportunità, con il merito, e il risultato è che oggi il Mezzogiorno corre più del resto d’Italia”.
“Si poteva fare: il Pil al Sud cresce più della media nazionale, l’occupazione al Sud cresce più della media nazionale, e questo è figlio di una mentalità per cui questa terra non chiede di essere mantenuta dalla politica, ma chiede di essere messa dalla politica in condizione di competere ad armi pari e di mostrare finalmente tutto il suo valore. Noi abbiamo investito sull’orgoglio di questo territorio, di queste persone, e sta funzionando perché i risultati arrivano”, ha rivendicato la presidente del Consiglio.
Poi le parole sul referendum sulla giustizia: “Io sono certa che migliaia di magistrati, nel segreto dell’urna, voteranno a favore di questa riforma che libera il loro merito”.
“Dopo decenni – ha detto ancora – siamo riusciti ad approvare la riforma che introduce la separazione delle carriere tra giudice e Pm, che significa rafforzare la terzietà del giudice, quindi un processo più giusto, e che istituisce l’alta corte disciplinare. Significa che finalmente, quando un magistrato sbaglierà, ci sarà un organismo terzo a giudicarlo, perché, come dice l’Uomo Ragno, da un grande potere derivano anche grandi responsabilità”.
La riforma, ha sottolineato Meloni, “prevede inoltre che i membri del Csm siano sorteggiati tra magistrati con specifici requisiti, che significa liberare i magistrati dal giogo delle correnti politicizzate, dal dover dipendere dalle correnti piuttosto che dal proprio merito per avanzare di carriera. Norme di buonsenso, per le quali veniamo ovviamente accusati di qualsiasi nefandezza: dicono che vogliamo i pieni poteri, che vogliamo assoggettare la magistratura alla politica. Ma quello che non sopportano è che noi stiamo facendo esattamente il contrario, perché togliamo ai partiti la facoltà di nominare un pezzo del Csm. Ed è questo che alla sinistra non va giù: togliamo il controllo dalla politica, perché noi non vogliamo una magistratura controllata, vogliamo una magistratura che non sia controllata da nessuno, vogliamo una magistratura che sia libera”, ha rimarcato la presidente del Consiglio.
“Abbiamo tutti un sogno che vogliamo trasformare in realtà. Quello di avere una Puglia diversa, moderna, che guarda avanti, dove la sanità funziona, dove c’è il lavoro, dove i giovani non sono costretti ad andarsene da altre parti, dove ci sono infrastrutture, dove si cura la Xylella, una Puglia che guarda avanti. Fino ad adesso abbiamo avuto una Puglia che ha guardato indietro e l’alternativa è tra chi vuole continuare e chi vuole cambiare”. Così il vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani, parlando dal palco di Bari.
“Emiliano e Decaro sono la stessa cosa, una coppia di fatto politica. Non è un cambiamento. Prima Decaro l’ha usato per crescere, poi dice no, Emiliano non va bene più perché non mi piace, dobbiamo cambiare. L’imprinting è quello. Decaro vuol dire Emiliano, Emiliano vuol dire Decaro. Non cambia nulla, avanti come stanno le cose oggi, che non funzionano. Noi invece vogliamo creare una Puglia diversa”, le parole di Tajani.
“C’è da andare ad occupare uno spazio che si sta ogni giorno liberando, perché i leader di Pd, 5 Stelle e Avs hanno intonato la marcia funebre per il centrosinistra. Il centrosinistra non esiste più, esiste soltanto la sinistra”, ha poi aggiunto
“In questa regione – ha proseguito – c’erano centinaia di migliaia di persone che votavano per la Democrazia cristiana, per il Partito Socialista e che in buona fede hanno anche votato magari per il Partito democratico, perché venivano dalla Margherita o perché erano convinti che fosse una sorta di partito socialdemocratico e che esistesse un centrosinistra. Il centrosinistra non c’è più. A quegli elettori delusi” bisogna “andare a dire che il centro c’è, il centro è nel centrodestra. Il nostro compito non è quello di andarci a rubare i voti l’uno con l’altro. Il nostro compito è quello di allargare i confini del centrodestra, dando una prospettiva. Ma chi votava Bettino Craxi può votare per Conte? chi votava per Aldo Moro può votare per Schlein o per Fratoianni?”.
“A questi elettori dobbiamo dire che c’è un partito cristiano liberale, riformista, garantista, europeista e atlantista che è alleato con la destra. Dal ’94 non abbiamo mai deciso di dividerci, siamo diversi per questo ognuno di noi deve andare a cercare elettori da una parte diversa perché se vogliamo crescere dobbiamo allargare i nostri confini. Per questo ho chiesto ai candidati di Forza Italia di andare a recuperare gli elettori che non vogliono andare a sinistra, perché sono stati abbandonati da una sinistra che odia ormai il centro, il centro siamo noi, il centro è nel centrodestra”. Anche in Puglia, “se tutti i sondaggi dicono che stiamo crescendo vuol dire che stanno cambiando le cose”, ha concluso.
“Qualche sondaggio ci dà indietro” ma loro sono “vent’anni che governano, e si vergognano di loro stessi, qualcuno ha tradito il suo padrino politico e io diffido dai traditori. Se uno tradisce chi l’ha portato a far politica è portato a tradire tutti voi, non si vota chi tradisce, mai”, ha poi detto Matteo Salvini parlando dal palco e concludendo il suo intervento con un appello al voto.
“Si può vincere se la Puglia tira fuori il suo straordinario cuore”, ha aggiunto spiegando che chi non vota “il 23 novembre non coglie l’occasione storica di un centrodestra finalmente unito, perché ogni tanto un po’ litigiosetti, lo siamo stati anche noi qua in Puglia, finalmente unito con un candidato che magari a sinistra dicono non è uno showman, ma voi non avete bisogno di uno showman, voi avete bisogno di una persona seria che vada in regione a fare l’interesse dei pugliesi”.
“Chi non vota poi per cinque anni non rompa le palle se le cose non cambiano, vince chi vota”, ha concluso.















