Quando si potrà tornare a ballare nei locali in Italia? Quella della riapertura delle discoteche, che potrebbe essere fissata il 15 febbraio, sembra essere una data di ‘compromesso’ fra l’orientamento di chi, come il ministro Speranza, non ritiene sia ancora il momento del via libera ai balli al chiuso e chi, raccogliendo l’appello dei gestori, invece si basa sul calo in atto della curva epidemiologica e vorrebbe riaprire subito. Fatto sta che la riapertura, che era fissata per oggi, slitterà ancora una volta e il Consiglio dei ministri sempre oggi potrebbe decidere per un prolungamento delle chiusure per altre due settimane, sia per consentire ai gestori di prepararsi alla riapertura e sia per prendere tempo e osservare ancora l’andamento della curva dei contagi. Vediamo che ne pensano i protagonisti del mondo della notte e gli esperti Covid.
“E’ pazzesco, è una storia infinita: nelle enciclopedie fra poco scriveranno ‘c’erano una volta le discoteche’” dice all’Adnkronos Claudio Cecchetto commenta con queste parole, parlando con l’Adnkronos, il probabile slittamento, anziché oggi, al 15 febbraio, dell’apertura dei locali da ballo, provvedimento che dovrebbe essere contenuto nel decreto per l’emergenza Covid che uscirà sempre oggi dal Consiglio dei ministri. “Le discoteche sono a rischio di estinzione – aggiunge il dj e produttore musicale – Ed è logico che molti del settore hanno cambiato lavoro, ma speriamo che il 15 sia la volta giusta”.
“A mio figlio – prosegue Cecchetto – ho consigliato di fare il vaccino, “anche perché, oltre a proteggerti, così vai in vacanza e in discoteca. Questo è uno dei motivi che hanno dato per farlo. Se però chiudi lo stesso, come è avvenuto, il vaccino non lo faranno più. Tornando alle discoteche, ritengo che siano posti più sicuri di altri e i gestori vogliono fare andare in maniera corretta le cose, rispettando le regole, perché sono i primi a rimetterci”.
“È triste dirlo, ma dagli anziani pieni di pregiudizi al Governo saremo sempre visti come dei diavoli e come vittime da sacrificare, da buttare sulla brace” dice all’Adnkronos dj Aniceto. “Forse dovremmo emigrare in Inghilterra dove dal 26 gennaio c’è ‘il libera-tutti’. Viva la monarchia!”, aggiunge il dj anti sballo, intendendo che dove c’è la monarchia paradossalmente in questo momento c’è più libertà e che sono comunque “meglio poche teste pensanti che centinaia come in Italia”.
“Sono veramente stanco di questi politici che non ne combinano una buona – dice ancora Aniceto -. Decidono tutto e il contrario di tutto, con il Covid che ormai si è trasformato in una semplice influenza. Ancora c’è confusione e a questo punto, con questo Governo, è meglio che le discoteche restino chiuse fino all’estate per riaprire poi a pieno regime. Non è giusto essere trattati come dei bambini all’asilo in castigo. Non abbiamo bisogno di contentini e aperture a intermittenza, che fanno solo male al settore e creano confusione e discontinuità. In questo momento abbiamo solo bisogno di aiuti economici per tutti quelli che lavorano nel settore. Resto comunque scandalizzato da Sanremo – conclude – Ho degli amici lì e ci sono dappertutto dei grossi assembramenti. Trovo veramente squallido dare la possibilità al Festival di ripartire quasi a pieno regime e considerare le discoteche ancora come Satana”.
“Il mondo delle discoteche non ha più fiducia nelle istituzioni, il 50% dei locali ormai non riaprirà più” dice all’Adnkronos l’event manager Alessandro Asoli. “Hanno massacrato un settore – dichiara il gestore del Circolo degli Illuminati di Roma – e la gente ormai prende un volo e va in Messico, Costa Rica, Miami, dove è tutto aperto, dove le feste durano anche 2 giorni consecutivi dove si può ballare nelle foreste di Tulum accanto all’oceano senza limiti di alcool e capienze”.
“In Italia invece le persone non escono più la notte – sottolinea Asoli -quando il divertimento deve sottostare a regole vecchie fatte da vecchi che al massimo nella loro vita hanno fatto tardi per mangiare una pizzetta e alle 11 a casa. Anche se riaprono a metà febbraio – conclude – ormai il settore è perduto, riaprirà chi ha le spalle grosse e chi non ha ceduto alla malavita che vuole investire nella notte per evidenti ragioni… Per far ripartire il settore serve un anno bianco – conclude – Riapertura senza limiti di orari e capienze”.
“Il numero dei contagi è al momento devastante e per me va bene che si aspetti fino al 15 per riaprire le discoteche” dice all’Adnkronos Tito Pinton. “Purché non si vada oltre questa data”, avverte il patron del Muretto di Jesolo, dell’Extra Extra di Padova e del Musica di Riccione e New York, spiegando che “in Veneto e in Emilia, ad esempio, si lavora fino a Pasqua perché poi, con la bella stagione, si balla all’aperto. Dunque – conclude – se si riaprisse il 15 sarei per la prima volta felice, anche perché penso che se fossimo ancora in una situazione pandemica il problema dovrebbe riguardare anche altri settori e non soltanto i locali da ballo”.
“Riaprire le discoteche per San Valentino? Accontentiamoli, però teniamo conto che sono contesti a rischio” dice all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente alla Statale di Milano, sulla richiesta avanzata dai gestori dei locali da ballo al Governo di non prorogare oltre 2 settimane la chiusura.
“E’ chiaro che bisogna considerare anche le esigenze di tutti i lavoratori, loro sono stati massacrati – riconosce l’esperto – ed è comprensibile la richiesta. Va tenuto conto dell’esigenza di riaprire e anche del desiderio di tanti di ritornare alla normalità. Io dico facciamolo, ma con grande buonsenso”.
“Le discoteche sono uno dei posti a maggior rischio di trasmissione dell’infezione da Sars-CoV-2, vuoi perché si balla, si canta e si urla, il tutto con persone ammassate” dice all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni,primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). “Posso capire l’esigenza di un settore che è stato fortemente penalizzato in questo periodo, ma si potrà parlare della riapertura dei locali da ballo solo con l’arrivo dell’estate e non prima. Con regole precise e Super green pass”.
Per riaprire le discoteche “meglio aspettare la primavera”, perché “a differenza di cinema e teatri non possono contemplare l’uso della mascherina, per ovvie ragioni legate alle esigenze di movimento e conseguentemente di respirazione durante il ballo”. Lo ha detto all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, sulla richiesta avanzata dai gestori dei locali da ballo al governo.