Il palazzo occupato da “Casapound deve essere sgomberato. Da ministro ho fatto quello che dovevo fare. Il sindaco è solo uno degli attori, c’è anche il prefetto, ma il sindaco è un attore istituzionale, che deve farsi ascoltare e che non si limita ad aspettare che le cose accadano, ma le fa accadere”. Parola di Roberto Gualtieri, candidato sindaco di Roma per il centrosinistra nella prima conferenza stampa dopo la vittoria alle primarie, al comitato elettorale a Colle Oppio.
“Con grande emozione vorrei accettare la candidatura a sindaco. Oggi in questo bellissimo giardino storico, tesoro nascosto di Roma, nasce la coalizione di governo per Roma, aperta a tutte le forze e ai cittadini che hanno resistito in questi anni al degrado e credono nella rinascita della città”, ha detto in apertura di conferenza stampa. “Voglio una giunta piena di donne – ha sottolineato ancora – e ci sarà un vicesindaco donna ma non dico il nome, perché decideremo insieme”.
“Io – assicura ancora – sarò il punto di riferimento per una nuova classe dirigente per Roma, competente, efficiente, capace di ascoltare i problemi dei romani. Vogliamo ricostruire la qualità di vita in città e darle il respiro culturale ed economico che le compete. Voglio ringraziare le centinaia di volontari che hanno reso possibile lo svolgimento delle primarie e gli oltre 48 mila elettori romani che hanno espresso il loro voto alle primarie. Alcuni auspicavano il flop ma domenica è stata una bellissima giornata di partecipazione che dà forza alla coalizione”.
“Per governare Roma serve vicinanza, cura e inclusione. I Municipi sono avamposti del governo di prossimità e per questo devono avere risorse adeguate. Ai municipi dedicheremo uno dei primi provvedimenti di Giunta a cui inizieremo a lavorare da subito, insieme”, ha sottolineato Gualtieri. Il candidato sindaco di Roma crede “molto nel carattere plurale e largo della nostra coalizione che voglio rafforzare e sarà visibile nelle liste della nostra coalizione”. “La sfida – ha aggiunto- è quella di far rifiorire Roma”.