Russia, l’analisi: “Elite spaccata, funzione Putin erosa”

(Adnkronos) – L’elite della Russia si sta spaccando, come era stato previsto dopo il ritiro dalla regione di Kharkiv a settembre, e come aveva iniziato a prendere forma dopo il ritiro da Kherson a novembre in un’altra fase della guerra con l’Ucraina. “I membri della classe dirigente di stanno dividendo fra relativamente realisti che chiedono una pausa tattica nei combattimenti per ripensare agli obiettivi del Paese e coloro che invece sono schierati per una spietata escalation a qualsiasi prezzo. Lo scisma previsto sta prendendo forma”, scrive Stanovaya, ascoltata analista fondatrice di R.Politik in un contributo per Carnegie, precisando che mai prima d’ora, in nessuna delle pericolose avventure di Putin, dalla persecuzione degli oligarchi storici, Georgia, Crimea e Donbass, riforma della Costituzione, decimazione dell’opposizione, perfino l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, nessuno aveva fatto una piega.  

“Putin è assente da questo nascente dibattito. La sua funzione di leader si sta erodendo perché continua a parlare di operazione militare speciale senza chiarire quali siano gli obiettivi”, aggiunge l’analista, denunciando che Putin risulta “una figura debole per entrambe le fazioni”, proprio perchè non chiarisce quella che comincia ad apparire a tutti come “una caduta nell’abisso”.  

E non si tratta di una spaccatura lungo la faglia tradizionale del potere in Russia, vale a dire fra tecnocrati e siloviki. I due potenti esponenti della seconda fazione, Igor Sechin e Sergei Chemezov sono pragmatici e non sostengono la vittoria a ogni costo, dal momento che hanno qualcosa da perdere. Sul fronte opposto si trovano Evgheny Prigozhin e Ramzan Kadyrov, i fratelli Kovalchuk (Bank Rossiya). In questo momento, sono loro i più ascoltati da Putin. L’esito della battaglia è tuttavia tutt’altro che scontato. E determinerà, conclude Stanovaya, non solo l’esito della guerra ma anche quello della Russia.  

(Adnkronos)