Salario minimo, dopo apertura Meloni l’opposizione serra le fila

Si riuniranno nel pomeriggio i capigruppo delle opposizioni in commissione Lavoro alla Camera. Sul tavolo la definizione della posizione da tenere in vista della seduta domani della commissione sul salario minimo e l’apertura della premier Giorgia Meloni a un confronto. Carlo Calenda si mostra interessato ad andare a vedere le carte ma fissa una dead line temporale: “Io ho proposto al governo di incontrarci prima dell’estate, se c’è un’apertura si discuta. Basta che si arrivi al risultato presto”. Il resto delle opposizioni fissano però come premessa al dialogo il ritiro dell’emendamento soppressivo del provvedimento, presentato dalla maggioranza e che dovrebbe essere votato domani in commissione a meno di un cambio di posizione del centrodestra.

“Se vogliamo aprire questo cantiere, il Pd dice ‘noi ci siamo se ritirate l’emendamento soppressivo’, altrimenti vuol dire non aprire un dialogo e ripresentarsi chi sa quando e chi sa con quale proposta. Evidentemente se la maggioranza vuole aprire deve ritirare l’emendamento soppressivo e dire iniziamo a ragionare, parliamone. Noi ci siamo”, dice Chiara Gribaudo del Pd.

Ed ancora il capogruppo dem in commissione, Arturo Scotto: “La destra ritiri l’emendamento che cancella la nostra legge sul salario minimo, dopo di che ne discuteremo in Parlamento e nel Paese”. Mentre Enrico Borghi di Azione-Iv spinge al dialogo: “Noi siamo per entrare nel merito evitando di sventolare bandierine, come si fa a sinistra, e di chiudere le porte, come fa la destra”. Oggi la riunione delle opposizione in attesa delle mosse del centrodestra.

(Adnkronos)