“Non ho ancora letto il decreto di citazione, un decreto corposo, più complesso di quello che ci saremmo aspettati perché coinvolge anche delle società Io trovo inaccettabile che si fissi un processo il 27 luglio perché non ci viene dato il tempo di organizzare una difesa seria, adeguata, degna di questo nome”. A dirlo all’Adnkronos l’avvocato Ambra Giovene difensore, insieme al collega Marco Franco, del broker molisano Gianluigi Torzi tra i dieci destinatari della citazione a giudizio nell’ambito dell’ inchiesta vaticana partita dallo scandalo del palazzo di Sloane Avenue a Londra.
“Ovviamente non si tratta solo del decreto ma anche degli atti depositati relativi a tre anni di indagini – spiega la penalista – noi abbiamo necessità di avere il tempo di organizzare la difesa. Per ora posso parlare solo a mio nome, e non a quello degli altri difensori perché gli imputati sono diversi, ma noi siamo pronti a presentare un’istanza di rinvio. Sono fiduciosa che il presidente Giuseppe Pignatone che è una persona estremamente responsabile saprà valutare con attenzione le nostre necessità”.
“Per noi – ribadisce l’avvocato Giovene – sarà necessario concordare un’istanza di rinvio: non un rinvio pretestuoso ma che serve a tutti per fare una riflessione condivisa su atti che sono molto complessi. Si pensi – sottolinea – alla necessità di nominare uno o più consulenti, di incontrare i clienti e su questo devo dire che la posizione di Torzi è la più svantaggiata di tutti. Torzi è in attesa di estradizione dall’Inghilterra per una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice italiano”.