(Adnkronos) – Continua ad aggravarsi in Sudan il bilancio degli scontri tra le forze armate e le Forze di supporto rapido (Rsf). Secondo quanto riferisce su Twitter il Comitato centrale dei medici sudanesi, le persone uccise sono almeno 56. I feriti sono circa 600. Nella capitale Khartoum ci sono stati 25 morti e 302 feriti. Tra le vittime ci sono sia civili sia militari.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha intanto condannato fermamente lo scoppio dei combattimenti, rivolgendo “l’invito ai leader delle Forze di supporto rapido e delle Forze armate sudanesi a cessare immediatamente le ostilità, ripristinare la calma e avviare un dialogo per risolvere l’attuale crisi”, ha dichiarato Stephane Dujarric, il portavoce, in una dichiarazione. Guterres ha invitato gli Stati membri delle Nazioni Unite nella regione a sostenere gli sforzi per ristabilire l’ordine e tornare sulla via della transizione in Sudan, ha aggiunto.
Guterres, riferisce ancora il portavoce, ha parlato con il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi e il presidente della Commissione dell’Unione africana Moussa Faki Mahamat su come ridurre l’escalation la situazione. Guterres ha parlato con il comandante della Rsf Mohamed Hamdan Dagalo. Guterres continuerà i suoi sforzi, anche parlando con il comandante delle forze armate sudanesi Abdel Fattah al-Burhan, il prima possibile, ha affermato il portavoce.
“Alla vigilia della riunione G7 in Giappone in cui ho chiesto di dare priorità all’Africa, gli scontri in Sudan minacciano civili e mettono in discussione la democrazia. Invitiamo i leader militari sudanesi ad interrompere le ostilità per riprendere il dialogo politico”. A scriverlo è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, su Twitter.