L’obbligo del green pass sui mezzi pubblici per gli adolescenti a partire dal prossimo 6 dicembre è “una misura di contenimento coerente con le altre. Nel caso dei mezzi pubblici utilizzati dagli studenti la questione si fa però molto delicata per i minorenni i quali potrebbero trovarsi tra l’incudine dei genitori che non vogliono vaccinarli o farli tamponare e il martello di un legislatore che chiede loro, per andare a scuola, di avere quei requisiti che non gli vengono invece domandati per l’accesso negli istituti scolastici (dove non è richiesta la certificazione verde agli studenti – ndr)”. Lo dice all’Adnkronos il costituzionalista Giovanni Guzzetta, professore ordinario a Tor Vergata secondo cui l’obbligo “crea un effetto paradosso, pertanto la misura necessita a mio parere di un approfondimento da parte del legislatore. Forse per i minori l’intervento deve essere pensato nei confronti di coloro che esercitano la potestà genitoriale”.
Secondo il costituzionalista, “la conseguenza di questa norma è paradossale rispetto all’obiettivo: c’è il rischio che coloro che fanno le spese delle sanzioni (i minori senza green pass che non possono accedere ai mezzi pubblici) non siano effettivamente i responsabili delle scelte che hanno provocato l’esclusione, perché non sono loro a poter decidere se vaccinarsi o tamponarsi, ma i loro genitori”. Quali potrebbero essere le soluzioni? “Ovviamente ce ne sono diverse a seconda del punto di vista che si preferisce: Potrebbe essere l’obbligo vaccinale per minori, misure incentivanti o sanzionatorie per i genitori affinché consentano ai figli di rispettare gli obblighi – risponde Guzzetta – Si potrebbe tuttavia anche esonerare i minori dal green pass almeno nelle fasce orarie scolastiche”.
(di Roberta Lanzara)