(Adnkronos) – “I ministri della Lega hanno opportunamente preso le distanze da un provvedimento che fa ricadere su bambini di sei anni problematiche che non dipendono certo da loro. A mio avviso si è creato un pericoloso vulnus pedagogico e culturale”. Così il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso spiega all’Adnkronos le ragioni di contestazione della Lega al Governo sulla scelta di differenziare il diritto alla didattica in presenza sulla base dello stato vaccinale. “La campagna vaccinale è partita da troppo poco tempo – prosegue – infatti nella fascia 5-11 anni solo un terzo degli alunni ha avuto la possibilità di immunizzarsi. Inoltre è una decisione che spetta alle famiglie, non al singolo studente, che però paga in prima persona con un’ingiusta esclusione”.
“La scuola è il luogo per eccellenza in cui bisognerebbe accogliere e includere, garantendo a tutti il diritto allo studio – rimarca il Sottosegretario – Ministero dell’Istruzione, uffici scolastici regionali, dirigenti, insegnanti e personale Ata hanno fatto i salti mortali in questi mesi per garantire la didattica in presenza e poi dividiamo gli studenti tra buoni e cattivi? Non mi pare la strada corretta”.
Tanto più che “le alternative per garantire la tutela della salute senza mortificare il diritto allo studio non mancavano, ma si è scelto di spingere sulla differenziazione in base allo stato vaccinale. Le autorità sanitarie e il ministro Speranza, evidentemente, ritengono che questo criterio debba prevalere sul diritto di un bambino a stare in classe. La trovo una cosa lontanissima dal mio modo di pensare, da padre prima che da sottosegretario”, conclude.
(di Roberta Lanzara)