(Adnkronos) – “Il self care fa bene a tutti: alle persone, perché un cittadino preparato che, per piccoli disturbi o per misure preventive, va in farmacia e riesce a ottenere un intervento tempestivo sta meglio in tempi più rapidi; al Servizio sanitario nazionale, che non viene caricato da ulteriore stress con altre visite; all’economia della comunità, che evita e risparmia sui costi di visite mediche, di assenze dal lavoro, ma anche dell’evoluzione della patologia con l’impiego di farmaci più costosi, terapie croniche e interventi più impegnativi per il Ssn”. Così Ivo Tarantino, responsabile Affari istituzionali Haleon, spiega all’Adnkronos Salute l’importanza dell’International Self-Care Day, una giornata voluta dall’Organizzazione mondiale della sanità, che si celebra oggi, dedicata alla “capacità di prendersi cura della propria salute, di prevenire le patologie e affrontare i piccoli disturbi per evitarne l’evoluzione, da soli o con il supporto di operatori sanitari qualificati, in particolare il farmacista”.
E’ stato stimato “da Aesgp, ‘Associazione europea per il self care – continua Tarantino – che in Italia già attualmente ogni anno la gestione autonoma di 137 milioni di disturbi minori da parte dei cittadini permette un risparmio di 5 miliardi di euro riconducibili a visite mediche evitate e ore di lavoro che non sono state perse, ma anche nella prevenzione di possibili peggioramenti. Da un’indagine che abbiamo presentato nel 2023 al Parlamento europeo – aggiunge – emerge che l’80% dei cittadini Ue vorrebbe prendersi cura della propria salute, ma solo il 20% ritiene di avere competenze per farlo. Servono quindi investimenti e progetti di alfabetizzazione sanitaria per mettere i cittadini in condizione di prendersi meglio cura di se stessi, ma anche per il riconoscimento dell’importanza del consiglio il farmacista, che gioca un ruolo fondamentale per garantire efficacia e sicurezza. In Europa ci sono 160mila farmacie che sono raggiungibili in 5 minuti dal 58% dei cittadini. Stiamo parlando di un punto di accesso alla salute di prossimità, veloce, immediato, disponibile 24 ore su 24”.
“Spesso si ha la percezione che il self care, il prendersi cura in modo autonomo della propria salute – osserva Tarantino – non faccia parte del sistema sanitario. Quando parliamo di salute, spesso ci riferiamo agli ospedali, parliamo di cura, di patologie croniche. Una giornata come quella di oggi ci ricorda che prevenire le patologie e curare tempestivamente, in autonomia, i piccoli disturbi è salute. Il self care è salute, non è qualcosa di accessorio”.
Ci sono però due cose da fare. La prima è “un investimento forte da parte delle istituzioni per l’educazione a corretti stili di vita, a come alimentarsi, fare sport e gestire piccoli disturbi – illustra il responsabile Affari istituzionali Haleon – Come l’educazione civica, il self care potrebbe e dovrebbe far parte della formazione scolastica”. La seconda “riguarda il potenziamento del ruolo delle farmacie. Dopo gli anni del Covid, la farmacia ha assunto un ruolo più centrale che andrebbe sistematizzato come luogo di accesso a consigli, prodotti, servizi in grado di alleggerire il carico del sistema sanitario. Dobbiamo quindi lavorare sull’educazione dei cittadini, perché sappiano come prendersi cura di sé e potenziare la rete delle farmacie per sostenere, proteggere e garantire che le scelte del cittadino si inquadrino in un contesto controllato e sicuro”.
Guardando al futuro, “nel 2025 dovrà essere rinnovato il Piano nazionale della prevenzione – conclude Tarantino – L’ultimo è del 2020. Il Covid ci ha insegnato l’importanza della prevenzione, del territorio, della rete, dei farmacisti, come primo presidio sanitario di prossimità. Sarebbe importante tener conto di questi aspetti e ci auguriamo che le istituzioni si aprano al confronto con gli interlocutori che fanno del self care una risorsa per tutta la salute nazionale”.