Basta vendita di oggetti o gadget con ‘Il Padrino’ o che “richiamano o inneggiano alla mafia”. Lo prevede una ordinanza firmata dal sindaco di Cinisi (Palermo), Giangiacomo Palazzolo. Cinisi è il paese di Peppino Impastato, ucciso nel 1978 dalla mafia per avere attaccato pubblicamente Cosa nostra. “Considerato che la storia del Comune di Cinisi è stata tragicamente caratterizzata dall’orribile presenza del fenomeno mafioso, inteso sia come presenza nel territorio dell’associazione criminale sia come mentalità arcaica contrapposta alla cultura della Legalità” e che “il riscatto della Comunità è avvenuto attraverso un graduale cambiamento culturale che ha rilegato la struttura criminale ai margini della vita sociale, economica e politica del paese”, si legge nella ordinanza. E “ritenuto, tuttavia, che ancora oggi, persiste il rischio concreto che la subcultura mafiosa possa trovare nuova linfa in atti, comportamenti ed atteggiamenti tendenti a creare le condizioni sociali per una rivitalizzazione del fenomeno mafioso”, il sindaco Palazzolo ha deciso di vietare la vendita dei gadget come ‘Il Padrino’.
“Ravvisato che deve essere continuamente e fortemente contrastato ogni tipo di atteggiamento, anche di mera indifferenza, di favore nei confronti della mafia, promuovendo iniziative culturali, sociali ed amministrative idonee ad eliminarne alla radice la capacità lesiva del fenomeno mafioso – si legge nel provvedimento – Dato atto che ogni anno a Cinisi si riscontrano migliaia di presenze di visitatori, provenienti da tutto il mondo, e molti di loro si recano nel territorio al fine di rendere omaggio alla straordinaria storia di Peppino Impastato, eroe antimafia che ha contribuito in modo determinate, non solo al cambiamento culturale di Cinisi, ma dell’intero Territorio nazionale” e “preso atto che, oggi, Cinisi è visto come il paese del riscatto siciliano nella lotta alla mafia grazie anche ad una comunità che ha saputo contrapporsi costantemente alle prepotenze dell’associazione criminale”, “rilevato che nell’intero territorio siciliano sono vergognosamente presenti “linee commerciali” di prodotti tipo souvenir e gadget dove, talvolta in modo indiretto e subdolo, talvolta esplicitamente, viene miticizzato o esaltato il personaggio mafioso o il fenomeno mafioso e Ravvisato che la suddetta attività è da ritenere, anche nell’ipotesi in cui non integri fattispecie di reato, pericolosa poiché alimenta una subcultura mafiosa, tristemente ancora presente in certi strati dalla società, come, tra l’altro, confermato da una recente operazione di polizia condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo, compromettendo l’ordine pubblico e la sicurezza”, la decisione dell’ordinanza.
La vendita di questi gadegt per Palazzolo “mortifica la comunità cinisense, da anni impegnata nella diffusione della cultura della legalità e nel contrasto alla mafia”. Dunque “ordina il divieto nel territorio del Comune di Cinisi di vendere qualsiasi tipo di oggetto, souvenir, gadget che inneggi o semplicemente richiami “in termini positivi”, in qualunque modo e forma, alla mafia ed alla criminalità organizzata in genere”. “L’inosservanza della presente ordinanza è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 100 ad euro 500”.