Sindaco Milano, di Montigny si sfila. Salvini promette squadra in settimana

Per le amministrative di Milano, “entro la settimana ci sarà non solo il sindaco, ma la squadra”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini dopo le parole di Oscar di Montigny, che si è ritirato dalla corsa a candidato sindaco. “Ringrazio Oscar: le sue idee e la sua esperienza saranno utili per costruire insieme la Milano del futuro”, ha detto ancora Salvini. 

“Non mi candido”, ha spiegato – intervistato da Sky Tg24 – il manager di Mediolanum che nelle scorse settimane era dato in lizza come possibile candidato del centrodestra alle elezioni amministrative a Milano. “C’è la mia disponibilità per un progetto per la città con chiunque abbia a cuore produrre un valore condiviso, io ci sono” ha sottolineato. Per Milano “non serve una città degli anni ’80 o ’90, con le bollicine”, ha rimarcato il manager ma “un progetto, un’idea, idee condivise, comunione”. La pandemia “deve averci insegnato questo, senza visione non c’è progettualità” ha spiegato ancora. “Destra e sinistra non esistono più, gli ‘ismi’ non esistono più – ha aggiunto di Montigny – e se esistono io non posso far parte di questa politica, forse sono anacronistico”.  

“Io avevo un’idea molto chiara – ha rimarcato di Montigny -. Innovazione, sostenibilità e centralità dell’uomo e poi le priorità sarebbero state salute, sanità, sicurezza, scuola e sostenibilità”. Rispetto al sindaco uscente Beppe Sala “avrei lavorato in continuità, mi sarei voluto pensare complementare a Sala” in “un processo costantemente in evoluzione”. Per il manager, genero di Ennio Doris, “non c’è da rinnegare il passato, bisogna interrompere la narrativa della maldicenza dobbiamo costruire”. 

Nelle settimane scorse, ha spiegato ancora di Montigny, “mi hanno contestato l’idea della ‘solo visione’ ma una visione dà orientamento”. Quanto a Milano, “non mi risulta che ci sia una visione al 2030, almeno non mi è nota. Io a Beppe Sala avrei chiesto consigli” ma se mi chiedono se ha fatto bene durante il mandato direi “non ha fatto abbastanza” perché “non c’è un piano per domani e per dopodomani. Non c’è questa condivisone” ha concluso. 

(Adnkronos)