(Adnkronos) – Il caso Sinner continua a far discutere. Mentre diversi tennisti si sono espressi dopo la squalifica per tre mesi, frutto di un accordo tra l’azzurro e la Wada per chiudere il caso Closterbol, a spiegare i perché ci ha pensato Ross Wenzel, General Counsel proprio dell’Agenzia mondiale antidoping: “La Wada ha condotto un’indagine significativa dal punto di vista scientifico, non solo sui fatti”, ha spiegato, “c’è stata una versione dei fatti comprovata fin dal primo moemento. Quello che è successo è molto chiaro”.
“Anche dal punto di vista scientifico però c’è stata un’investigazione. La Wada ha consultato diversi esperti, le cui indagini hanno prodotto lo stesso risultato. Le due positività riscontrate a Sinner e che risalgono al marzo 2024 non sono compatibili con il doping intenzionale, nemmeno attraverso microdosaggi”, ha continuato Wenzel, “posso inoltre aggiungere, e questo è un qualcosa che non è stato ancora dichiarato ufficialmente dall’Agenzia, che sono stati controllati tutti i campioni dei test sostenuti da Sinner nei 12 mesi precedenti alle due positività del marzo dello scorso anno”.
“Lo scopo era cercare ogni indizio simile, ogni possibile traccia della sostanza incriminata in ognuno di questi campioni. Tutti i laboratori interpellati su un numero così grande di campioni è stata la stessa: non è stato trovato nulla. Qualsiasi cosa la gente possa pensare di questo caso, è chiaro che non si tratta di un caso di doping o di comportamento scorretto. Penso che sia necessario chiarirlo una volta per tutte”, ha concluso Wenzel.