(Adnkronos) – Gli Stati Uniti hanno bloccato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu una dichiarazione di condanna di Israele per la strage avvenuta ieri a Gaza City, dove oltre 100 palestinesi che aspettavano aiuti alimentari sono rimasti uccisi. Il testo, presentato dall’Algeria, esprimeva “profonda preoccupazione” ed indicava che la tragedia era stata innescata “dal fatto che le forze israeliane hanno aperto il fuoco”.
Secondo l’ambasciatore palestinese all’Onu, Riyad Mansour, nella riunione d’emergenza a porte chiuse del Consiglio 14 su 15 membri del Consiglio sostenevano il testo presentato dall’Algeria. Ma non gli Stati Uniti: “Le parti stanno lavorando ad una formula per vedere se possiamo avere una dichiarazione, il problema è che in questa non abbiamo tutti i fatti” ha detto ai giornalisti il vice ambasciatore Robert Wood, sottolineando di volere un testo che rifletta “il necessario giusto controllo riguardo alle responsabilità”.
Il diplomatico americano si riferisce al fatto che, mentre le autorità di Gaza incolpano le forze israeliane per la strage, gli israeliani affermano di non aver sparato sulla folla, ammettendo che i propri militari avrebbero sparato dei colpi di avvertimento quando le persone hanno iniziato ad avanzare verso il convoglio di aiuti. Secondo la ricostruzione fornita da Israele, la maggior parte dei civili sono rimasti uccisi nella calca e dai camion che hanno perso il controllo, mentre meno di 10 persone sarebbero rimaste uccise da militari israeliani.
Mansour ha raccontato di aver incontrato prima della riunione l’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield: “l’ho implorata di fare in modo che il Consiglio di Sicurezza potesse produrre un testo che condannasse queste uccisioni ed i responsabili di questo massacro” ha detto aggiungendo che se il Consiglio avesse “la determinazione di impedire che altri massacri come questo quello di cui abbiamo bisogno è un cessate il fuoco”.
Ad un mese dall’inizio dell’inchiesta sulle denunce di coinvolgimento di dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati palestinesi (Unwra) nel massacro del 7 ottobre, l’Onu è ancora in attesa dei documenti di intelligence israeliani che confermerebbero le denunce. Il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric ha detto in un briefing che l’Ufficio di supervisione interna (Oios) sta attualmente cercando di “verificare ulteriori informazioni e di confrontare i dati ottenuti con i materiali in mano alle autorità israeliane, che l’OIOS si aspetta di ricevere a breve”.
Israele ha accusato diversi dipendenti dell’Unwra di essere coinvolti negli attacchi terroristici del 7 ottobre e molti dei principali donatori occidentali dell’agenzia, tra cui Stati Uniti e Germania, hanno temporaneamente sospeso i contributi all’agenzia.
Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha definito credibili le accuse e ha promesso un’indagine approfondita, oltre a licenziare un certo numero di membri dello staff. A più di quattro settimane dall’inizio delle indagini, gli investigatori dell’Onu stanno ora programmando un viaggio in Israele per ottenere informazioni dalle autorità locali. Finora sono stati analizzati numerosi altri documenti, anche provenienti da altri paesi. Stando alla Dpa, Israele avrebbe fornito all’Onu 12 nomi e dati di geolocalizzazione sul 7 ottobre, dati che sono stati verificati dall’Onu.