Torna dopo 22 anni il Messina Film Festival

(Adnkronos) – Ritorna dall’1 all’8 dicembre, dopo una interruzione di ventidue anni, il Messina Film Festival da quest’anno dedicato al rapporto tra il cinema e l’opera lirica. È l’unico festival italiano che si occupa di questa speciale relazione tra le due straordinarie forme d’arte. Il cinema, sin dalla sua nascita ha attinto a piene mani nell’esperienza artistica del melodramma. Sono numerosi, infatti, i film muti che hanno tratto ispirazione da storie o da personaggi delle opere liriche. La manifestazione avrà come sede principale la Sala Laudamo (tutte le proiezioni sono a ingresso libero), ma sono previste iniziative anche al Teatro Vittorio Emanuele e in altri spazi culturali di Messina. Il programma segue lo sviluppo storico del rapporto tra cinema e opera. Partendo dal periodo del muto per finire ai nostri giorni, con alcuni passaggi cinematografici intermedi. 

Il Festival si articola in varie sezioni e ognuna si caratterizza per il rigore delle scelte che diventa il filo rosso che unisce tutta la programmazione. La Direzione Artistica è di Ninni Panzera “la cui significativa esperienza ha consentito la realizzazione di un progetto capace anche di guardare al futuro con la creazione di presupposti che possano assicurare alla manifestazione una sua ripetibilità annuale”. “La produzione del Festival è sostenuta dall’Associazione La Zattera dell’Arte, dall’EAR Teatro di Messina con il Commissario Straordinario Orazio Miloro e il Sovrintendente Gianfranco Scoglio, dall’Assessorato Regionale Turismo, Sport e Spettacolo guidato da Elvira Amata e dal Comune di Messina con il Sindaco Federico Basile e l’Assessore Massimo Finocchiaro ed ha come main sponsor Unioncamere Sicilia”, si legge in una nota. 

Inaugurazione con Mostra e omaggio a Vincenzo Bellini. Il festival si aprirà l’1 dicembre con l’inaugurazione della mostra Bellini al cinema curata da Ninni Panzera, nel restaurato Foyer del Teatro Vittorio Emanuele. Settanta pezzi originali di provenienza internazionale tra manifesti, locandine, fotobuste e altri rari materiali dei film incentrati sul compositore catanese e che testimoniano la grande vitalità, anche commerciale, delle pellicole prodotte in Italia ed esportate in tutto il mondo. La mostra resterà aperta anche dopo la conclusione del Festival per consentire visite guidate agli studenti delle scuole cittadine. Accompagnano la mostra sei film dedicati a Vincenzo Bellini tra cui spicca The Divine Spark (1935) la versione internazionale di Casta Diva che costituisce una vera e propria rarità. 

Ricordo di Maria Callas. Il 2 dicembre ricorre il centenario della nascita di Maria Callas. Ed è l’occasione per parlare diffusamente del rapporto che la più grande soprano di tutti i tempi ha avuto con il cinema. L’omaggio affettuoso del grande amico Franco Zeffirelli, Callas Forever, con una straordinaria Fanny Ardant nei panni della Callas, il documentario di Tom Volf Maria by Callas che ripercorre gli ultimi travagliati anni parigini della cantante e la sua sofferenza artistica ed amorosa. Ma anche Medea (1969) di Pier Paolo Pasolini dove la cantante è protagonista assoluta. E il documentario di Sergio Naitza L’isola di Medea che ripercorre, con i protagonisti di quel set tra cui Dacia Maraini, Ninetto Davoli e altri ancora, lo speciale e intenso rapporto esistente tra il regista e la cantante. 

Diffusi lungo tutto l’arco temporale della manifestazione saranno presentati alcuni film realizzati da Maestri del cinema in cui l’opera lirica entra nel vivo della storia raccontata. Senso di Luchino Visconti, La luna di Bernardo Bertolucci e Aria realizzato da dieci diversi registi. Completano la sezione il film Solo no (2019) di Lucilla Mininno, interamente girato tra Messina e Novara di Sicilia in cui il sottofondo della storia richiama costantemente Madama Butterfly di Giacomo Puccini e Il Boemo, una prima visione di Petr Vàclav programmata in collaborazione con il Cineforum Orione nell’ambito della propria stagione. Un importante documentario realizzato dal giornalista RAI Leonardo Metalli sulla straordinaria esperienza artistica di Luciano Pavarotti. Voglio vivere così…e felice canto è il racconto, attraverso importanti testimonianze, di uno dei più acclamati cantanti che la tradizione del melodramma abbia mai avuto. Un testimonial d’eccellenza di quanto la lirica sia importante in tutto il mondo travalicando ogni confine linguistico. 

Tra i registi contemporanei che dimostrano in ogni occasione una particolare affezione per il mondo della lirica c’è certamente Marco Bellocchio, che ha sempre dichiaratamente parlato, sin da ragazzo, della sua passione per il melodramma. Alla Sala Laudamo il 7 dicembre saranno presentate quattro sue opere, tutte significativamente esplicite della sua passione per la lirica. Addio del passato, un mediometraggio del 2002 in cui viene esplorato il mondo verdiano che si dipana tra Parma e Piacenza, Rigoletto un corto realizzato nell’ambito dell’esperienza della scuola “Fare Cinema” di Bobbio e infine due film I pugni in tasca (1965) e Vincere (2009) in cui arie dell’opera La traviata vengono utilizzate in maniera differente. Sarà l’occasione per conoscere da vicino uno dei più grandi cineasti italiani, che ha tra l’altro curato regie liriche in importanti Teatri d’opera oltre che in televisione; suo è il Rigoletto a Mantova, mandato in diretta qualche anno fa nei luoghi di svolgimento della storia. 

Giovedì 7 dicembre, inoltre, alle 10.30 nelll’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Messina verrà conferito a Marco Bellocchio il dottorato honoris causa in scienze cognitive, curriculum teorie dei media e delle arti performative. Il dottorato è offerto dal Dipartimento di scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali. 

(Adnkronos)