(Adnkronos) – “Di notte molte volte i miei familiari andavano fuori, e restavano in certi posti, nascosti, per evitare i bombardamenti. A quel punto io mi recavo in quella che una volta era come la ‘Sip’, la cabina telefonica a gettoni, e chiamavo, anche solo per dire ‘ciao, state bene? Tutto a posto?'”. E’ la toccante testimonianza dell’infanzia di Afsoon Neginy, imprenditrice iraniana che nel 2021 è stata selezionata da Forbes Italia tra le 100 personalità femminili italiane di successo e vive in Italia dal 1980. L’imprenditrice si racconta a Francesca Fialdini nella puntata di ‘Le Ragazze’ in onda stasera in prima serata su Rai3. (VIDEO)
“Vivi tutti i giorni in un mondo ma la tua testa, il tuo cuore stanno da un’altra parte, dove ci sono persone che rischiano la vita e stanno in una situazione completamente differente. E ti trovi a chiederti ‘cosa sarebbe successo se non avessi fatto quel biglietto per l’Italia’? Sicuramente non sarebbe stata questa la mia vita'”, spiega la manager. Nata a Teheran, in Iran, il 14 maggio 1962, Afsoon vive da molti anni in Italia dove è diventata un importante manager nel settore della cosmetica. Figlia di insegnanti divorziati, cresce con la madre e le zie in un ambiente tutto al femminile, durante il regno dell’ultimo Scià di Persia, Reza Pahlavi. Di quel periodo ricorda la spensieratezza in famiglia ma anche il clima di terrore diffuso a causa della Savak, la polizia del regime e delle frequenti sparizioni di persone incarcerate.
A 18 anni, dopo il diploma, decide di andare a studiare all’estero, negli Usa, ma quando un gruppo di studenti islamici occupa l’ambasciata americana, i rapporti con gli Usa si interrompono e Afsoon deve scegliere un’altra meta, l’Italia. In quel periodo è in corso la Rivoluzione Islamica capeggiata dall’Ayatollah Khomeini. La rivoluzione era stata sostenuta da tutta la popolazione, studenti compresi, ma la nascita della Repubblica Islamica con una costituzione basata sul Corano segnerà la fine dei diritti sociali e della libertà delle donne. Afsoon riesce a partire per l’Italia nel settembre del 1980, pochissimi giorni prima della chiusura degli aeroporti per lo scoppio della guerra con l’Iraq. A Perugia si laurea in farmacia e inizia a lavorare grazie alla Legge Martelli che finalmente nel 1990 permetteva agli stranieri con regolare permesso di soggiorno di avere un impiego.