Ucraina, allarme Zaporizhzhia: il piano per proteggere la centrale

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E’ ”estremamente pericolosa la situazione attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia”, la più grande dell’Europa nel sud dell’Ucraina, per ”le azioni di combattimento in corso” nella guerra innescata dall’invasione decisa dalla Russia ormai 15 mesi fa. A far scattare l’allarme è il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Mariano Grossi davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. ”Zaporizhzhia non deve essere utilizzata per lo stoccaggio di armi pesanti, tra cui lanciarazzi, munizioni o personale militare”, ha aggiunto, chiedendo alla Russia e alla Ucraina di ”rispettare i cinque punti previsti dal piano per garantire la sicurezza nucleare a Zaporizhzhia”. 

Secondo il primo punto, ha detto Grossi, ”non dovrebbero esserci attacchi di alcun tipo da o contro l’impianto, in particolare contro i reattori, lo stoccaggio del combustibile esaurito, altre infrastrutture critiche o il personale”. Inoltre ”l’impianto di Zaporizhzhia non dovrebbe essere utilizzato come deposito o base per armi pesanti (cioè lanciarazzi multipli, sistemi di artiglieria e munizioni e carri armati) o personale militare che potrebbe essere utilizzato per un attacco dall’impianto”. 

Grossi, in base al secondo punto, ritiene inoltre che ”Zaporizhzhia non dovrebbe essere utilizzata come deposito o base per armi pesanti (cioè lanciarazzi multipli, sistemi di artiglieria e munizioni e carri armati) o personale militare che potrebbe essere utilizzato per un attacco dall’impianto”. Il terzo punto prevede che ”l’energia esterna all’impianto non dovrebbe essere messa a rischio. A tal fine, dovrebbero essere compiuti tutti gli sforzi per garantire che l’energia elettrica esterna rimanga sempre disponibile e sicura”. Inoltre, come stabilito dal quarto punto, ”tutte le strutture, i sistemi e i componenti essenziali per il funzionamento sicuro e protetto della centrale di Zaporizhzhia dovrebbero essere protetti da attacchi o atti di sabotaggio”. L’ultimo punto sostiene che “non dovrebbe essere intrapresa alcuna azione che mini questi principi”. Grossi ha quindi esortato il Consiglio di sicurezza a sostenerli “senza ambiguità”. 

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