(Adnkronos) – “L’Italia invierà le armi per consentire a Kiev di difendersi. Considerati gli attacchi missilistici piovuti sull’Ucraina, soprattutto su obiettivi civili, centrali termiche che cercano di piegare psicologicamente la popolazione, ci siamo resi disponibili a dare delle armi non che attacchino i russi ma che difendano dagli attacchi missilistici. Daremo un sistema difesa che consenta agli ucraini di abbattere missili prima che cadano al suolo, una cosa difficilmente criticabile”. Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, ospite a ‘L’aria che tira’.
“Leggo sul Fatto quotidiano il solito attacco al Ministro della Difesa come se il nostro fosse un decreto che aumenta il rischio perché diamo armi più potenti all’Ucraina. Questo è l’unico decreto che contiene solo armi difensive, poi gruppi elettrogeni, materiale per aiutare le popolazioni non solo le forze armate ucraine a superare l’inverno. Questo decreto – sottolinea – dovrebbe essere un decreto inattaccabile. I carri armati che altre nazioni daranno sono la conseguenza del fatto che la Russia riparte con una azione territoriale pesante, con 300mila persone che una volta formate entreranno da marzo entreranno in Ucraina per cercare di riprendere la conquista. A fronte di questa decisione russa, l’Ucraina ha cambiato richieste, chiedendo a chi poteva di fornirgli i mezzi per difendersi da questo nuovo attacco considerata la superiorità che 300mila persone danno alla Russia rispetto ai militari ucraini”.
“Gli aiuti che stanno arrivando sono non soltanto per salvare l’Ucraina – sottolinea Crosetto – allontanano la possibilità di una escalation drammatica del conflitto perché rimane tra due nazioni. Immaginiamo se l’Ucraina, impossibilitata a difendersi, fosse annessa interamente dalla Russia che a quel punto arriverebbe ad avere i carri armati al confine con la Polonia. Dobbiamo pensare avendo il coraggio di fare scelte anche difficili per evitare scelte peggiori. Nessuno vuole un’escalation, e tutti auspichiamo l’apertura di un tavolo di pace. Invece questa nuova postura russa, che la porta a voler espandere, ha cambiato anche la percezione”.
“Non ho mai ricevuto telefonate di Salvini nella mia vita, abbiamo un buon rapporto ma parliamo a voce. Invece con Berlusconi ci sentiamo una volta alla settimana, come ognuno di noi è preoccupato per la guerra e vorrebbe che finisse”, ha spiegato quindi il ministro rispondendo a una domanda circa una presunta telefonata del leader leghista in cui avrebbe espresso preoccupazione per il decreto.
“Ribadisco – ha aggiunto Crosetto – che non esiste un conflitto tra gli italiani e i russi, gli italiani continuano a essere amici dei russi, la contrapposizione che esiste in questo momento è dovuta al fatto che Putin ha deciso di invadere l’Ucraina e noi la stiamo difendendo. Auspico che i rapporti continuino a essere quelli di prima, di rispetto e amicizia anche in futuro. Per questo vogliamo arrivare alla fine della guerra”.
“Visto che in questo momento viene richiesto un aumento delle spese ai Paesi come l’Italia che non hanno raggiunto il 2% dell’impegno preso con la Nato da tutti i governi dal 2014, sarebbe un modo per rendere più facile al Parlamento di avere risorse in più per settori che ora sono in crisi”, ha spiegato ancora in relazione alla proposta di scorporare dal calcolo del patto di stabilità gli investimenti della Difesa: “Un modo per avere più soldi per intervenire in altri settori”.
“Questa proposta l’avevo già fatta negli anni precedenti. Se gli investimenti della Difesa non li metto nel calcolo del patto di stabilità per intervenire negli altri settori: non riguarda gli investimenti della Difesa ma degli altri settori. L’invio del materiale in Ucraina non ha aumentato la spesa pubblica degli investimenti italiani”, ha sottolineato Crosetto.