(Adnkronos) –
L’Italia e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, definito un ‘falco’ della politica anti Russia, non si faranno intimidire dalle nuove dichiarazioni minacciose di Mosca, che deve comprendere che il gas e il petrolio russi non sono al di sopra della “violenza e dell’aggressione” contro l’Ucraina. Lo dice in un’intervista all’Adnkronos il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, commentando le parole del direttore del dipartimento per l’Europa del ministero degli Esteri russo, Alexei Paramonov, che ha parlato di “conseguenze irreversibili” per l’Italia se si unirà a ulteriori sanzioni.
Dalla disinformazione e dalla propaganda che segnano “la continuità tra l’Unione Sovietica e Vladimir Putin” si è passati a un messaggio esplicito, che non credo funzionerà come intimidazione nei confronti di un ministro con le idee molto chiare come Guerini”. Il sottosegretario legge nelle minacce di oggi “il segno che la Russia si deve acconciare a fronteggiare una reazione non prevista dal punto di vista militare in Ucraina, dal punto di vista economico con le sanzioni adottate all’unanimità e dal punto di vista militare con un fronte compatto e unitario, che vede coinvolti tutti i Paesi democratici”.
Non solo. “I russi pensavano che il gas e i nostri rapporti politici – sostiene Della Vedova, ricordando la visita del 2019 di Putin a Roma, circondato da “un allure di grande leader” – fossero così solidi da superare anche questa violenza e aggressione”.
Nella politica verso la Russia l’Italia è allineata alle principali democrazie, che considerano Vladimir Putin “un pericolo per la pace nel mondo”, e questo grazie anche alla leadership di Mario Draghi, che non ha lasciato spazio “ad ambiguità sul nostro europeismo e atlantismo”, prosegue Della Vedova sottolineando come il ‘partito filorusso’ in Italia sia in ritirata. E come siano comunque “fisiologici” alcuni distinguo all’interno della maggioranza sull’invio di armi all’Ucraina.
“Alla Camera la settimana scorsa il decreto è passato con una maggioranza amplissima e solida di sostegno alla decisione del governo”, ricorda Della Vedova. Ma il dibattito “è normale in un Paese in cui prevalevano forze politiche particolarmente inclini a riconoscere in Vladimir Putin un interlocutore positivo”, commenta il segretario di “Più Europa”, ricordando che “alle ultime elezioni avevano raccolto la maggioranza i filoputiniani, quelli che preferivano Putin all’Ue, guardavano con sospetto agli Stati Uniti, con diffidenza all’Europa e con spirito positivo alla Russia”.
“Rispetto a quella situazione in questa fase però prevale la realtà, la guerra violenta e ingiustificata contro i principi basilari del diritto internazionale e del diritto umanitario”, è l’analisi del sottosegretario, secondo il quale dinanzi “all’invasione brutale” il ‘partito filorusso’ non può non essere in difficoltà.
“Il punto per me è che oggi la politica italiana è allineata a quella di tutte le altre democrazie per le quali Putin è un pericolo per la democrazia, la pace e la stabilità in Europa – sostiene Della Vedova – Sono certo che il presidente russo immaginasse che l’Europa si sarebbe divisa al suo interno e dagli Stati Uniti”. E invece l’Occidente è rimasto compatto e in Italia, “in particolare grazie alla leadership di Draghi, c’è un governo europeista e atlantista che non lascia spazio alle ambiguità e che, rispetto alle situazioni precedenti, ha elementi di chiarezza che in questa fase sono decisivi”, chiosa il sottosegretario, in un riferimento tra l’altro alla solidarietà alla leadership ed al popolo ucraini.