Ucraina e Nato, Kiev pensa a piano B

(Adnkronos) – Nei rapporti tra Ucraina e Nato, Kiev pensa al ‘piano B’ per accogliere almeno una delle richieste che la Russia ha messo sul tavolo per fermare l’offensiva, ossia la ‘neutralità’ del Paese rispetto a un ingresso nell’Alleanza. Un nuovo trattato di sicurezza – garantito da Paesi come gli Stati Uniti, la Turchia o dai Paesi vicini tra cui potenzialmente la Russia – come alternativa all’adesione alla Nato. Questa infatti la proposta avanzata dal partito ‘Servitore del Popolo’ del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. 

“La Nato non è pronta ad accettare l’Ucraina per almeno i prossimi 15 anni, e lo dice chiaramente. Non abbiamo neanche il sostegno dell’Alleanza in questa guerra, solo dai singoli Stati”, ha dichiarato un portavoce del partito, secondo quanto riferisce Sky News. 

La posizione del partito di Zelensky suggerisce quindi che l’Ucraina sia disposta a cedere ad alcune delle richieste della Russia, mentre su altre – come il riconoscimento della Crimea e delle sedicenti repubbliche di Donetsk e Luhansk – sembra piuttosto irremovibile, sostenendo che “in nessun caso l’Ucraina accetterà ultimatum sulla sua sovranità e integrità territoriale”. “È chiaro che non lo faremo”, ha aggiunto il portavoce riferendosi al riconoscimento della sovranità russa su queste aree -. Ma dobbiamo decidere come sarà regolata la vita delle persone in questi territori all’interno del nostro Stato”. 

Inanto, mentre “tutti i Paesi dell’Ue” sono a favore di un “avvicinamento” dell’Ucraina perché vedono una “comunità di valori” tra l’Unione e la repubblica sotto attacco, la politica di allargamento dell’Ue è un argomento “da tempo oggetto di discussione” tra i Paesi membri, come dimostra l’esperienza dei Balcani Occidentali. Sull’allargamento effettivo a Kiev le posizioni degli Stati membri sono diverse, dato che “alcuni leader vorrebbero procedere in modo spedito”, mentre altri preferirebbero che l’Ucraina venisse accolta “più avanti”. Lo spiega un alto funzionario Ue, in vista del Consiglio Europeo informale di Versailles, che inizierà domani per concludersi venerdì. Domani i capi di Stato discuteranno prima di energia e difesa, per poi parlare dell’Ucraina a cena.  

Venerdì mattina, invece, la discussione sarà dedicata a temi economici, con la presidente della Bce Christine Lagarde e il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe. Le richieste di Ucraina, Georgia e Moldavia per l’adesione all’Ue “sono state fatte singolarmente”, ricorda la fonte, pertanto “nell’allargamento ogni Paese segue un percorso singolo”. In ogni caso, nota, un parere è stato chiesto alla Commissione “appena una settimana” dopo la richiesta, mentre per esempio per il Montenegro ci sono voluti “otto mesi”.  

Quindi, quello accordato all’Ucraina “per noi questo è già un fast track”. Il fatto che l’Ue non intenda accelerare troppo nel processo dell’eventuale adesione dell’Ucraina all’Unione non è una sorpresa: a spingere sono soprattutto i Paesi del fianco est, per motivi geografici e di vicinanza politica, mentre altri membri dell’Ue sono più cauti. Quando il presidente ucrainoZelensky ha chiesto l’adesione immediata dell’Ucraina all’Ue, è stato lo stesso Alto Rappresentante Josep Borrell, che esprime la posizione dei 27, a frenare pubblicamente: l’ingresso di Kiev nell’Unione, ha detto il 28 febbraio, “oggi non è in agenda: dobbiamo fornire una risposta per le prossime ore, non per i prossimi anni”. 

 

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