Ucraina-Russia, Di Maio: “Da lunedì riapre l’ambasciata italiana a Kiev”

(Adnkronos) –
Da lunedì riapre l’ambasciata italiana a Kiev. Dopo un viaggio di “dieci ore” da Leopoli, l’ambasciatore italiano Pierfrancesco Zazo “è appena tornato a Kiev e ha riaperto la nostra ambasciata, che sarà operativa da lunedì”, ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervenendo a Zapping su Radio1. “E’ il simbolo dell’Italia che crede nel dialogo”, ha sottolineato. 

“L’ambasciatore Zazo è arrivato a Kiev poco fa, ha appena riaperto l’ambasciata che sarà pienamente operativa da lunedì” e il ritorno nella capitale ucraina “è la dimostrazione che l’Italia non smette di credere nella diplomazia e nel dialogo”, ha sottolineato Di Maio. Che ha ricordato che “siamo stati tra gli ultimi a lasciare Kiev qualche settimana fa (l’ambasciatore Zazo era arrivato a Leopoli il 3 marzo scorso, ndr) e siamo fra i primi a ritornarci come corpo diplomatico con un ambasciatore di nuovo operativo”.  

“Ci aspettiamo nelle prossime ore, nei prossimi giorni” l’espulsione di diplomatici italiani da Mosca, in risposta alla nostra “espulsione di 30 russi con passaporto diplomatico” annunciata il 5 aprile scorso per motivi di sicurezza nazionale, ha poi detto Di Maio commentando l’espulsione da Mosca di 18 diplomatici della delegazione Ue in Russia decisa oggi. “L’espulsione dei membri della delegazione europea da Mosca è la risposta alle espulsioni da parte dell’Ue di qualche settimana fa. Ci aspettiamo una stessa azione da Mosca” per quanto riguarda i diplomatici italiani, ha anticipato il ministro, ribadendo comunque la necessità di “non chiudere il canale con Mosca”. 

Per il titolare della Farnesina, “dobbiamo sempre lasciare aperto un canale con la Russia, perché è l’unico modo parlare con tutte e due le parti per alimentare la pace, la diplomazia e il dialogo”. “Le valutazioni di Putin sulla prosecuzione di questa guerra si sono rivelate sbagliate”, ha sottolineato. E l’affondamento dell’incrociatore russo “Mosvka” “rappresenta un’ulteriore testimonianza che gli ucraini sono in grado di difendersi e che chi gli aveva chiesto di arrendersi, anche qualcuno qui in Italia, aveva sbagliato”. Ma “questo – ha avvertito il titolare della Farnesina – non vuol dire che tifiamo per la guerra”. 

 

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