(Adnkronos) – Il rifiuto del premier dell’Ucraina Volodymyr Zelensky di ricevere il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier “è uno schiaffo che francamente Zelensky si sarebbe potuto evitare”. A dirlo all’Adnkronos è l’esperto di geopolitica internazionale Antonio Villafranca, responsabile del programma Europa dell’Ispi. “E’ vero che Steinmeier aveva fortemente supportato Nord Stream e Nord Stream 2 (il gasdotto russo che poi la Germania ha bloccato, ndr) e aveva favorito gli accordi di Minsk, ma recentemente aveva fatto un mea culpa dicendo che era stato un errore e che ci si era affidati troppo a Putin”.
Questo gesto, secondo l’esperto, “non è solo nei confronti di Steinmeier: lui è il presidente della Repubblica Federale di Germania, e si era offerto di andare come gesto di solidarietà. Parliamo di un Paese, la Germania, che ha fatto un passo indietro sul Nord Stream 2, che è pronto, è finito, ci sono i tubi sottomarini già installati ed è pronto per essere attivato. Un’infrastruttura già pronta e che è lì praticamente morta”, sottolinea Villafranca. Inoltre, “la Germania ha anche accettato di mandare armi all’Ucraina -aggiunge il ricercatore- e nella politica della Germania non c’è il fatto di mandare le armi. Hanno fatto delle piccole eccezioni in passato, ma diciamo è una politica che non avevano dalla seconda guerra Mondiale, quindi hanno fatto un enorme eccezione. Oltre ad aumentare di 200 miliardi la spesa militare, superando il 2% del Pil. Credo che in questo momento francamente quest’azione da parte di Zelensky poteva essere evitata”.
In Germania, il gesto di Zelensky “non verrà preso bene, vista la carica più alta dal punto di vista formale e istituzionale di Steinmeier. Anche negli altri Paesi europei non verrà vissuta nel miglior modo possibile. Soprattutto, credo che arrivi in un momento non ideale, perché proprio ora si sta discutendo di mettere le sanzioni prese dall’Europa in modo unito su quella che è la parte più dolorosa per l’Europa, che è l’energia”. Non era il caso “di andare ad approfondire delle spaccature che già ci sono in Europa, e che riguardano il fatto che i Paesi europei hanno dei mix energetici diversi e quindi sensibilità diverse”.
Analizzando il conflitto in corso e la sua possibile evoluzione, Villafranca osserva: “Quell che è davanti agli occhi di tutti è il ritiro della Russia al nord e da Kiev, ma è un ritiro per approfondire l’attacco nel Donbass. L’impressione è che Putin consideri quella del Donbass la sua vittoria irrinunciabile. Ed è difficile che lui possa ritirarsi e far cessare le ostilità senza tornare a casa con una vittoria. Temo dunque che non smetterà di attaccare fino a quando non otterrà questo risultato, visto quello che sta costando al suo Paese”.
Per l’esperto, dunque, “difficilmente Putin perderà la faccia pensando di poter abbandonare il Donbass, tanto più che lo ha dichiarato pubblicamente più volte. Questo non vuol dire, però, che sia il suo unico obiettivo finale”.