(Adnkronos) – “Dovremo ancora lottare per la fornitura di carri armati moderni, ma ogni giorno rendiamo più evidente che non c’è alternativa”. Lo ha dichiarato su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, commentando il mancato accordo a Ramstein sulla fornitura dei tank di fabbricazione tedesca Leopard. La riunione di oggi, ha aggiunto Zelensky, “in generale rafforzerà la nostra resilienza”, sottolineando che “i nostri partner hanno un atteggiamento di principio: sosterranno l’Ucraina quanto necessario per la nostra vittoria”. Il presidente ucraino ha infine ringraziato tutti i Paesi che “hanno chiaramente sostenuto la posizione ucraina nelle discussioni che hanno avuto luogo”.
La Germania non ha preso al momento decisioni sulla fornitura di tank Leopard a Kiev, suscitando le critiche in particolare della Polonia. Secondo il ministro degli Esteri polacco, infatti, l’indecisione tedesca viene pagata col sangue dagli ucraini. “Armare l’Ucraina per respingere l’aggressione russa non è un esercizio decisionale. Il sangue ucraino viene sparso realmente. E’ questo il prezzo dell’esitazione sulla fornitura dei Leopard. Serve azione, ora”, ha scritto su Twitter il ministro Zbigniew Rau. La Polonia si è già detta disponibile a fornire tank Leopard all’Ucraina, ma non può farlo senza l’ok della Germania che glieli ha venduti.
Sulla questione della fornitura dei tank Leopard 2 all’Ucraina, si sono incontrati oggi a Ramstein, a margine della riunione dei ministri della Difesa del Gruppo di contatto per l’Ucraina, i rappresentanti dei Paesi che possiedono questi carri armati. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Lisbona in una nota, nella quale si riferisce che “il Portogallo ha partecipato all’incontro convocato da Ucraina e Polonia, al quale erano presenti i Paesi che possiedono questi mezzi (i Leopard 2)”.
Lisbona ha offerto “l’addestramento per questa tipologia di veicolo da combattimento e ha espresso la disponibilità del governo portoghese a identificare, in coordinamento con i suoi partner, i modi per sostenere l’Ucraina con questa capacità”.
Da parte sua il portavoce del Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca, John Kirby, ha assicurato che “gli Usa lavorano in stretto contatto con Kiev e con gli alleati” ma “sono decisioni che ogni Paese deve prendere per sé, non facciamo pressioni su nessuno e nessuno le fa a noi”.
Riconoscendo che per l’Ucraina l’invio di carri armati, ed in generale mezzi corazzati, “è un’esigenza critica ed importante” in un teatro di battaglia come il Donbass, Kirby ha ricordato che nel nuovo pacchetto Usa vi sono “500 mezzi corazzati”. Per quanto riguarda gli Abrams, che non sono inseriti in questo pacchetto, ha ricordato che sono “un mezzo potente, molto costoso da operare e mantenere e che richiede molto addestramento”.