L’Unione Europea ha raggiunto un accordo sul Patto in materia di asilo e migrazione con nuove norme e regole sul tema. Il via libera di eurodeputati e governi Ue è arrivato durante il trilogo, il negoziato interistituzionale che dà la forma finale ai testi legislativi, comunica il Parlamento. I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno concordato la forma finale di cinque distinti regolamenti Ue, che stabiliscono come condividere la gestione dei flussi di asilo e migrazione tra gli Stati membri e cosa fare nel caso in cui scoppi una improvvisa crisi migratoria.
Le norme regolano anche come trattare le persone che arrivano alle frontiere esterne dell’Ue, il trattamento delle richieste di asilo e l’identificazione di coloro che arrivano. Tra l’altro, spiega l’Aula inserendolo tra i punti principali in testa al comunicato, migliorano le procedure di identificazione all’arrivo, “inclusi il riconoscimento facciale e le impronte digitali, che coprono i bambini dall’età di sei anni” in su.
Per la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, “oggi è un giorno davvero storico, poiché abbiamo realizzato il patto sulla migrazione e asilo, forse il pacchetto legislativo più importante di questo mandato. L’Europa avrà ora un quadro legislativo solido e uguale in tutti gli Stati membri, che funziona e che protegge, un approccio umano ed equo con coloro che cercano protezione” ma “fermo con coloro che non ne hanno diritto” e “forte con coloro che sfruttano i più vulnerabili”.
La migrazione, rimarca Metsola, “è stata la preoccupazione numero uno sollevata dai cittadini di tutta l’Unione in occasione delle elezioni del 2019. Portare a compimento questo pacchetto prima della fine dell’anno è un enorme successo per il centro costruttivo ed europeista, in vista dell’inizio di un anno elettorale in Europa”.
Il nuovo regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione prevede la solidarietà obbligatoria per i Paesi dell’Ue riconosciuti come sotto pressione migratoria, consentendo agli altri Stati membri di scegliere tra il ricollocamento dei richiedenti asilo nel loro territorio e il versamento di contributi finanziari. E’ quella che un tempo veniva chiamata solidarietà ‘à la carte’, cui l’Italia si è opposta per anni, spingendo per i ricollocamenti obbligatori, che però non sono mai passati in Consiglio.
Il testo determina nuovi criteri in base ai quali uno Stato membro è competente per l’esame delle domande di protezione internazionale (norme ex Dublino). Per rispondere all’improvviso aumento degli arrivi, la normativa relativa alle crisi e alle cause di forza maggiore istituisce un meccanismo per garantire solidarietà e misure a sostegno degli Stati membri che si trovano ad affrontare un afflusso eccezionale di migranti extra Ue che porta al “collasso” del sistema nazionale di asilo. Le norme riguardano anche la strumentalizzazione dei migranti, cioè quando questi ultimi vengono utilizzati da Paesi terzi o attori non statali ostili per destabilizzare l’Ue, come ha fatto la Bielorussia nei confronti della Polonia e la Russia nei confronti della Finlandia, e prevedono una possibile deroga temporanea alle procedure standard di asilo.
“Il 20 dicembre 2023 passerà alla storia” come “il giorno in cui l’Ue ha raggiunto un accordo storico su una nuova serie di regole per gestire la migrazione e l’asilo”, scriveva stamani la presidente del Parlamento Europeo via social. L’Europa, continua, “è riuscita a superare le difficoltà ancora una volta. Sono molto orgogliosa del fatto che con il patto su migrazione e asilo abbiamo mantenuto la parola e prodotto soluzioni”.
“La migrazione è una sfida europea comune: la decisione di oggi ci consentirà di gestirla insieme”, sottolinea quindi la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, via social, dopo il trilogo sul patto Ue.
“Tutti i pezzi stanno andando al loro posto. Abbiamo fatto una svolta sui cinque pilastri fondamentali del patto su migrazione e asilo”, le parole del vicepresidente della Commissione Europea Margaritis Schinas, via social. “È stata una lunga strada per arrivare qui. Ma ce l’abbiamo fatta. L’Europa sta finalmente dando risultati in materia di migrazione”, conclude.